Nuova perizia medica sulla morte di Diego Armando Maradona: l'ipotesi della droga, scontro tra avvocato e pm
Una nuova perizia sulla morte di Diego Armando Maradona potrebbe cambiare il processo contro gli 8 imputati: battito irregolare, l’ipotesi della droga
La nuova perizia di un medico legale sulla morte di Diego Armando Maradona potrebbe drasticamente modificare il corso del processo nei confronti degli 8 operatori sanitari accusati del decesso del Pibe de Oro. Secondo il rapporto, il battito cardiaco rapido e irregolare di Maradona poteva essere di origine naturale, o derivare da un fattore “esterno”, come una droga.
La nuova perizia
Un nuovo rapporto di un medico legale sulla morte di Diego Armando Maradona ha gettato un velo di incertezza sul processo in corso, nel quale otto operatori sanitari (un neurochirurgo, una psichiatra e altri sei imputati) devono rispondere del reato di “omicidio colposo semplice”, con eventuale dolo.
Secondo la nuova perizia, il campione argentino sarebbe morto a causa di un “arresto cardiorespiratorio secondario ed edema polmonare acuto, causato da una acuta insufficienza cardiaca (del ventricolo sinistro)”, in una “condizione agonizzante di breve durata, stimabile in minuti o, al massimo, poche ore”.
Diego Armando Maradona, in una foto di archivio: una nuova perizia sul processo per la morte del Pibe de Oro tira in ballo l’ipotesi della droga come possibile causa dell’arresto cardiaco che ha portato al decesso del campione argentino
Una conclusione che cozza con il rapporto della Commissione medica, per la quale Maradona era morto per insufficienza cardiaca con un’agonia durata fino a 12 ore, concludendo che l’azione dei medici era stata “carente, inefficiente e indifferente”. Ora però, un nuovo fattore potrebbe ribaltare tutto.
L’ombra della droga
La nuova perizia, che è stata richiesta dagli avvocati del neurochirurgo, è stata effettuata lo scorso giovedì 25 aprile dal medico legale Pablo María Ferrari, che ha confermato che la causa della morte di Maradona è stato un “evento acuto”.
La novità sta però nel fatto che secondo il medico legale Maradona “soffriva di un’aritmia ventricolare acuta di origine organica o dovuta all’azione esterna di un elemento diverso dalla natura e non si può escludere la presenza di una sostanza tossica estranea ai farmaci terapeutici”. Il medico ha anche sottolineato i “precedenti” del Pibe in tal caso.
Ma per il viceprocuratore, Patricio Ferrari, “non vi è alcun colpo di scena o qualcosa di simile. La versione del perito, severamente messa in dubbio dalla Procura in questo processo e in altri, contraddice il lavoro di 21 esperti che per tre mesi hanno esaminato tutte le prove del caso”.
La morte di Diego Armando Maradona
“Segnaliamo inoltre – ha poi continuato il viceprocuratore – che un’altra delle criticità rilevate in questa perizia è che è stata effettuata inspiegabilmente da un solo esperto, in 72 ore (in un giorno lavorativo e durante un fine settimana). La sua relazione appare assolutamente priva di fondamento logico, e non basata sull’analisi di tutte le prove raccolte nel caso in quasi quattro anni”.
El Pibe de Oro, il soprannome per antonomasia di Diego Armando Maradona, è morto a 60 anni il 25 novembre 2020 nella sua casa di Tigre, dopo aver subìto un intervento per la rimozione di un ematoma subdurale al cervello.
Fin dai primi momenti, molti dubbi sono nati sul lavoro della squadra medica che seguiva personalmente il campione argentino, i cui otto membri rischiano ora condanne dagli 8 ai 25 anni di carcere.