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CRONACA NERA

Giada Zanola gettata dal cavalcavia dell'A4 dopo essere stata stordita o picchiata: i dubbi del fratello

Giada Zanola buttata dal cavalcavia della A4 a Vigonza, le dichiarazioni del fratello su Andrea Favero

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Un rapporto concluso e segnato da liti, anche violente, quello di Giada Zanola e il compagno Andrea Favero, che è ritenuto dagli inquirenti il presunto assassino della donna gettata dal cavalcavia della A4 la notte tra martedì e mercoledì. A parlare della tragica vicenda è stato anche il fratello della vittima, Daniel Zanola.

Giada Zanola buttata dal cavalcavia della A4, il fratello: “Andrea Favero sempre gentile con noi”

“Qualche litigio, come in tutte le coppie, ma Giada non ci aveva mai detto che lui fosse stato violento o che la situazione fosse grave”. Così Daniel Zanola.

“Anche con noi Andrea era sempre tranquillo e gentile. Non sappiamo cosa sia successo, devo andare a parlare con la Polizia per capire”, ha aggiunto il fratello di Giada.

Il cavalcavia da cui è stata gettata Giada Zanola

La ricostruzione degli inquirenti

Secondo quanto ricostruito fino ad ora, la notte del decesso della donna, questa e Favero hanno avuto un violento alterco. Giada era fuggita di casa in macchina, venendo poi raggiunta da Andrea sul cavalcavia della A4, a Vigonza (Padova).

Resta da capire – lo farà l’autopsia – se la 34enne sia stata stordita o abbia perso i sensi venendo malmenata prima di essere buttata oltre la recinzione del ponte autostradale.

Quando i poliziotti hanno trovato Favero nella sua abitazione, hanno notato che aveva lividi e escoriazioni sui polsi, forse i segni di difesa di Giada in precedenti episodi.

Secondo gli inquirenti, l’uomo aveva avuto scontri violenti con la compagna altre volte in passato. Giada, però, non aveva mai sporto denuncia.

Luca Zaia: “Catena di sangue interminabile”

“Dobbiamo dirlo con fermezza, insegnandolo a tutti, dai bambini fino agli adulti: la violenza sulle donne è un crimine orrendo”. Così Luca Zaia, il governatore del Veneto.

“Siamo di fronte a una catena di sangue che non dobbiamo e non vogliamo considerare interminabile – ha aggiunto il presidente -. Nuovamente ci troviamo di fronte alla sconvolgente notizia di una donna, una giovane mamma, che in una circostanza che poteva sembrare un suicidio sarebbe stata, invece, uccisa dal compagno che è già stato fermato con l’accusa di omicidio volontario”.

E ancora: “Se confermato, siamo nuovamente a confrontarci con una morte inquietante che rilancia ancora una volta interrogativi profondi e ci impone di mantenere alta una riflessione sociale che superi la cronaca e impedisca di abituarci alla cruda realtà di simili tragedie. Esprimo i sentimenti di vicinanza ai familiari, alle amiche e agli amici in questa sofferenza, in particolare penso al piccolo figlio di tre anni che ha perso la mamma e, di fatto, la famiglia”.

“Con la morte di Giada – ha concluso Zaia – il Veneto è di nuovo in lutto, come nei giorni di Giulia, Vanessa, Sara e di altre ancora prima di loro. Potrebbe essere il quarto femminicidio solo nei pochi mesi a cavallo tra l’anno scorso e questo; una contabilità inaccettabile che fa accapponare la pelle e indignare”.

Fonte foto: ANSA/Instagram @lady-lulo-o

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