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CRONACA NERA

Giacomo Bozzoli trasferito nel carcere di Bollate e sorvegliato a vista, chiede di vedere il figlio di 9 anni

Giacomo Bozzoli ha trascorso una sola notte nel carcere bresciano, trasferito poi a Bollate. Si professa innocente e chiede di vedere il figlio

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Ha chiesto come fare per poter vedere suo figlio Giacomo Bozzoli, trasferito venerdì 12 luglio nel carcere di Bollate a Milano, dopo la prima notte trascorsa nel penitenziario di Canton Mombello, Brescia. Una notte da sorvegliato a vista, considerato lo stato di choc in cui è arrivato e il conseguente rischio di atti autolesionistici. Giovedì 11 luglio Bozzoli era stato scovato in una cassapanca nella villa di Soiano sul Garda, nel disordine totale, ma con un frigorifero ben rifornito e una somma di 50mila euro.

Giacomo Bozzoli in carcere a Bollate, vuole vedere il figlio

Era giunto in carcere a Canton Mombello in tarda serata (poco dopo le 22) Giacomo Bozzoli, in uno stato di totale sconforto, tale da far propendere per la sistemazione in una cella singola, con un agente a controllarlo per tutta la notte.

Bozzoli ha continuato a professarsi innocente e ha cercato di capire come poter incontrare suo figlio.


Il ritrovamento di Giacomo Bozzoli nella cassapanca di un letto matrimoniale

Successivamente all’arresto, ha rivelato agli inquirenti il suo proposito di scrivere una lettera agli avvocati, alla famiglia e ai magistrati per ribadire ancora una volta la sua innocenza riguardo all’omicidio dello zio Mario.

Permanenza nel penitenziario bresciano che è durata meno di un giorno: venerdì è stato disposto il suo trasferimento nel carcere di Bollate, causa sovraffollamento.

Il blitz e l’arresto di Giacomo Bozzoli

Erano le 5:30 del mattino di giovedì quando Giacomo Bozzoli è stato intercettato: la Procura ha ordinato immediatamente un blitz nelle abitazioni della sua famiglia in provincia di Brescia.

I carabinieri locali e i colleghi di Salò si sono diretti quindi a Soiano, dove la famiglia possiede due immobili. Alle 17:30 sono entrati nella villa di via San Carlo e hanno trovato Bozzoli nascosto in una cassapanca sotto il letto matrimoniale, con 50mila euro in un borsello.

Indossava una maglia nera, la barba lunga di diversi giorni. Una casa era in pieno disordine, all’interno e all’esterno, ma dotata di un frigo dove Bozzoli aveva scorte sufficienti per restare diversi giorni.

L’omicidio dello zio Mario

Il 39enne è stato condannato in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario e la distruzione del cadavere nel forno della fonderia di Marcheno, nel Bresciano, l’8 ottobre 2015.

Ci sarebbero motivazioni economiche dietro al delitto, secondo gli inquirenti. Giacomo avrebbe ucciso lo zio perché esasperato dalla sua disapprovazione riguardo alla gestione dell’azienda da parte del fratello e dei nipoti, che erano coinvolti in pratiche fraudolente.

Fonte foto: ANSA

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