Giacomo Bozzoli non aveva intenzione di consegnarsi, i dettagli dell'arresto e il tentativo di nascondersi
Terminata la latitanza di Giacomo Bozzoli: il 39enne condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio è stato infine tratto in arresto. Si nascondeva a casa sua
Giacomo Bozzoli è stato infine tratto in arresto dopo 10 giorni di latitanza. L’uomo, il cui ergastolo per l’omicidio dello zio è stato confermato in Cassazione, è stato trovato a casa sua nascosto in camera da letto. Secondo la Procura non aveva alcuna intenzione di consegnarsi.
L’arresto di Giacomo Bozzoli
“Abbiamo capito che era nella villa di Soiano e i carabinieri lo hanno trovato nascosto in un cassettone del letto matrimoniale. Accanto a sé aveva un borsello con 50.000 euro“. Così ha raccontato il procuratore di Brescia Francesco Prete esponendo i dettagli dell’arresto di Giacomo Bozzoli.
“Sappiamo che si è recato con compagna e figlio in Spagna. Poi ha fatto rientro in Italia con mezzi di fortuna”, ha aggiunto.
Soiano del Garda (Brescia), 11 luglio 2024 – Giacomo Bozzoli portato al comando provinciale dei Carabinieri di Brescia.
E ancora: “Riteniamo che non avesse intenzione di costituirsi. Lo dimostra il ritrovamento nel cassettone del letto matrimoniale”. Bozzoli, ha concluso il procuratore, “sì è proclamato innocente e ha detto che vorrà dimostrarlo”.
L’arresto di Bozzoli è avvenuto attorno alle 17:45 di giovedì 11 luglio: i carabinieri hanno portato il 39enne condannato all’ergastolo al comando provinciale di Brescia, per poi accompagnarlo in carcere in esecuzione dell’ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica.
La latitanza di Giacomo Bozzoli
Dopo avere appreso di essere stato condannato in via definitiva per omicidio e occultamento di cadavere, Bozzoli si era dato alla fuga. La sua presenza era stata registrata in Francia e in Spagna. In seguito, la compagna e il figlio avevano fatto ritorno a casa senza di lui. La donna non aveva dato alcun dettaglio sulla latitanza di Giacomo Bozzoli. Il bambino di 9 anni era stato sentito in audizione protetta.
L’uomo era scappato a bordo della sua Maserati Levante, che oggi non si trova. Ecco perché il procuratore di Brescia ha dichiarato che l’arrestato sarebbe tornato in Italia “con mezzi di fortuna”.
Il racconto della compagna
La donna aveva raccontato di essere stata vittima di una amnesia subito dopo la condanna: ricordava di essere stata in Costa Azzurra, a Valencia e Marbella insieme a Bozzoli, ma non ha fornito altri elementi.
Giacomo Bozzoli è riuscito a fuggire per 10 giorni perché le autorità giudiziarie sono state tratte in inganno dal suo comportamento durante gli anni delle udienze. L’uomo era quasi sempre stato presente in aula, aveva mantenuto un comportamento collaborativo e non si era mai reso irreperibile.