Giacomo Bozzoli in fuga, la compagna e la perdita di memoria: "Non so dove sia, mi sono ritrovata sul treno"
Antonella Colossi, compagna del latitante Giacomo Bozzoli, è tornata in Italia, ma interrogata afferma di aver “perso la memoria”
Sono stati insieme fino al giorno della sentenza, in seguito, afferma la donna interrogata dagli inquirenti come persona informata dei fatti, Antonella Colossi ha perso ogni traccia di Giacomo Bozzoli. Nel corso dell’interrogatorio, la compagna del fuggitivo ha affermato di non sapere dove si trovi Bozzoli, in fuga dopo essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario.
Le parole della compagna di Giacomo Bozzoli
Poco dopo le ore 14.00 di venerdì 5 luglio, i genitori di Antonella Colossi hanno chiamato i carabinieri per avvisare del ritorno della figlia e del nipote in Italia.
Rientrata a Brescia dalla Spagna, la compagna di Giacomo Bozzoli è stata ascoltata in procura in merito alla fuga del condannato.
Antonella Colossi, la compagna di Giacomo Bozzoli
La donna è stata ascoltata come persona informata dei fatti, ma in quanto convivente e sentimentalmente legata al fuggitivo, non risponde dell’accusa di favoreggiamento.
Secondo le ricostruzioni, Colossi e Bozzoli, assieme al figlio, hanno trascorso una vacanza in un albergo di Marbella, in Spagna, dal 20 al 30 giugno.
Dal 1° luglio, giorno seguente alla condanna definitiva di Bozzoli, in un altro hotel della stessa località spagnola è stato registrato solo il passaporto della donna, mentre di Bozzoli già si perdevano le tracce.
“Fino alla sera della sentenza, io, Giacomo e nostro figlio siamo stati insieme. Non so che fine abbia fatto Giacomo mentre io e mio figlio siamo tornati in Francia con un passaggio in auto e poi mi sono ritrovata su un treno per Milano”.
Colossi afferma di aver perso il cellulare a Cannes e di non essere in grado di ricostruire i propri movimenti degli ultimi quattro giorni: “Dopo la sentenza di condanna ho avuto uno shock e ho perso la memoria”.
Ricerche a tappeto per il latitante
Il 1° luglio, Giacomo Bozzoli è stato condannato all’ergastolo nel processo di terzo grado per aver ucciso, l’8 ottobre 2025, lo zio Mario.
Il corpo della vittima fu gettato nel forno della fonderia di famiglia. Sei giorni dopo, Giuseppe Ghirardini, addetto al forno, si suicidò con una pillola di cianuro. Si ipotizza fosse il complice di Bozzoli.
L’imputato non era presente al processo e, una volta confermata la condanna, i carabinieri recatisi nella sua abitazione per procedere all’incarcerazione non lo hanno più trovato.
Da quel giorno di Bozzoli si sono perse le tracce. Nel corso dell’iter processuale l’indagato è sempre rimasto in libertà e avrebbe dunque avuto modo di organizzare la propria fuga.
“Qualunque cosa abbia architettato per avere un futuro da uomo libero, la vedo complicata. Le possibilità di farcela sono scarse tendenti a zero” ha commentato uno degli investigatori al Corriere della Sera.