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Willy, ucciso a Colleferro: il messaggio di Ghali agli assassini

Il rapper Ghali, seguito dai giovani, ha origine tunisine: secondo lui il razzismo è un problema "ricorrente nel nostro Paese. Anche io ho rischiato"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’assassinio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane massacrato di botte a Colleferro, in provincia di Roma, non ha lasciato indefferente Ghali. Il rapper, nato a Milano da genitori tunisini, ha scritto un messaggio su Instagram chiedendo “Giustizia per Willy Monteiro Duarte“.

Nel suo post, Ghali ha commentato il pestaggio ad opera dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi: “Willy è stato ucciso dall’ignoranza, dall’odio, dal razzismo e dagli ideali di 4 ragazzi i cui familiari hanno risposto dicendo che ‘era solo un immigrato‘”.

Willy, il post di Ghali: “Il pentimento tardivo non serve a nulla”

Secondo il rapper, il problema di fondo è il razzismo presente in Italia: “È un problema ricorrente nel nostro Paese e mi ha fatto tornare in mente alcuni episodi della mia vita in cui l’ho scampata per un pelo, in cui aspetti che si stanchino di tirare calci e pugni, in cui chiedi pietà e il perché sperando di riuscire a rialzarti da terra“.

E continua: “Gli occhi di Willy sono gli occhi della nuova generazione, di chi è stanco di fare a pugni, di chi cerca altro, di chi a differenza mia e dei miei coetanei non ha bisogno di ribadire dei concetti basilari come quelli sulla violenza“.

“Che questo sia l’ennesima sveglia – ha aggiunto – per quanto sia inimmaginabile il dolore dei suoi cari. È così egoista fare di una tragedia una lezione, ma in fondo spero che lo sia per tutti”.

Quindi, la conclusione: “Siamo stanchi, il pentimento tardivo non serve a nulla in casi come questo. Giustizia per Willy”.

Willy, spunta una lettera anonima sul luogo del pestaggio

Intanto sul luogo in cui è morto Willy è spuntata una lettera anonima. “Ciao Willy, in questi giorni tutte le testate giornalistiche, i telegiornali, le persone del mio territorio dicono che ci ha lasciato una persona e un ragazzo normale – l’inizio -. Normale in questa società è guadagnare criminalizzando e anormale lavorare alla giovane età di 21 anni a prezzi imposti da contratto collettivo del lavoro”.

“Normale in questa società – prosegue – è mostrare i propri pettorali, tatuaggi, il proprio fisico ed usarlo senza testa, è anormale rincorrere un pallone per divertimento e voglia di stare insieme. Normale è coloro che fanno branco, che si sentono forti insieme, è anormale invece schierarsi da solo per difendere un amico contro tutto e tutti. Normale fuggire da codardi, anormale è affrontare le ingiustizie”.

“Ecco caro Willy, io non ti definisco normale, perché di normali in questo mondo ce ne sono tanti, tu sei ‘anormale’, perché non hai girato le spalle a nessuno, hai difeso persone con carnagione di pelle diversa dalla tua, perché hai detto la tua. Non ti conoscevo, ma per me sei un supereroe. Riposa in Pace, Willy bello”.

Fonte foto: Ansa

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