Furto da banche dati di polizia e finanza, sottratte informazioni sensibili di Inps e politici: sei arresti
Violati i database di Polizia e enti nazionali: un'indagine dei Carabinieri e della Dda ha condotto a 4 arresti e 2 misure interdittive per furto di informazioni sensibili
Le banche dati di Polizia, SdI, Agenzia delle Entrate, INPS e altri enti sono state oggetto di violazione, e migliaia di file contenenti informazioni sensibili sarebbero finiti in mano a malviventi. Le indagini dei Carabinieri di Varese hanno però permesso di individuare i colpevoli: quattro hacker sarebbero finiti in manette.
- Banche dati di Polizia e altri enti nelle mani degli hacker
- Le informazioni sensibili in possesso dei criminali
- Quattro arresti e due misure interdittive
Banche dati di Polizia e altri enti nelle mani degli hacker
Una serie di informazioni sensibili sarebbe stata prelevata dalle Banche dati strategiche nazionali da alcuni hacker.
Le indagini del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Varese e della Dda di Milano hanno rivelato che i dati venivano estrapolati con finalità di vendita, spesso anche su commissione.
I dati venivano rubati per poi essere rivenduti
Si tratterebbe di una vera e propria organizzazione a delinquere, dedita al furto di dati che appartenevano non solo a privati cittadini, ma anche ad alcuni esponenti politici.
Le informazioni sensibili in possesso dei criminali
Secondo le informazioni diffuse dalla Procura, l’organizzazione criminale agiva prelevando dati di ogni genere, che poi rivendeva.
Il modus operandi della banda criminale era semplice: i committenti richiedevano le informazioni sensibili, che venivano prelevate da diverse banche dati strategiche.
I dati prelevati venivano poi rivenduti ai richiedenti.
Tra le banche dati violate, in dettaglio, figurano quelle di Sdi (appartenente alle Forze dell’Ordine), Serpico, INPS, ANPR e Siva.
Quattro arresti e due misure interdittive
Le indagini hanno portato a quattro arresti e a due misure interdittive. Tra coloro che hanno estrapolato le informazioni sensibili dalle banche dati o che le hanno rivendute, figurano ex appartenenti alle Forze dell’Ordine e personale ancora in servizio, ma anche consulenti informatici e hacker esperti.
Oltre alle misure per i sei indagati, sarebbero state sequestrate anche diverse società.
I sei interessati dovranno rispondere di diversi reati: associazione a delinquere e eccesso abusivo a sistema informatico.
L’indagine si è originata grazie ad una precedente inchiesta sulla criminalità organizzata, ma tra i reati contestati, almeno per il momento, non figurano quelli che hanno a che fare con l’agevolazione delle mafie.
Sono comunque state condotte diverse perquisizioni tra il nostro Paese e l’estero.