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Hacker 24enne viola i server del Ministero della Giustizia, chi è e come ha fatto: tradito da un sito porno

L'hacker Carmelo Miano, 24enne siciliano originario di Sciacca, è accusato di accesso abusivo aggravato a strutture informatiche e diffusione di malware

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Carmelo Miano, 24enne siciliano originario di Sciacca, è salito alla ribalta delle cronache per aver violato i server del Ministero della Giustizia e di altre istituzioni nazionali. Miano, domiciliato a Roma ma residente a Gela, è stato arrestato dalla Polizia Postale su mandato della Procura di Napoli, che gli contesta i reati di accesso abusivo aggravato a strutture informatiche e diffusione di malware.

Attacco hacker ai server del Ministero della Giustizia

Come riporta il Corriere della Sera, l’inchiesta è coordinata dal pool reati informatici, e Miano, assistito dal legale Gioacchino Genchi, ha ammesso le sue responsabilità ma ha negato di aver causato danni rilevanti ai sistemi presi di mira.

Inoltre, ha dichiarato di essere disposto a collaborare con le autorità, invocando la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia.

hacker ministero giustiziaFonte foto: ANSA

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio

L’attività investigativa ha messo in luce l’abilità del giovane hacker, che è riuscito a violare i sistemi informatici del Ministero della Giustizia, di uffici giudiziari e di altre realtà di rilievo come Tim e Telespazio, senza essere scoperto per mesi.

Chi è Carmelo Miano

L’indagine ha rivelato che Miano, apparentemente un ragazzo riservato e insospettabile, aveva accumulato oltre due milioni di euro tramite le sue attività sul dark web, ora sequestrati dagli inquirenti.

Quando la Polizia Postale si è presentata nel suo appartamento alla Garbatella, quartiere romano dove risiedeva, il giovane è apparso frastornato e spaventato.

La scoperta di Miano è avvenuta grazie al tracciamento dei suoi movimenti sul web, culminando nel momento in cui, tradito da un accesso su un sito porno e, è stato finalmente identificato.

La possibile collaborazione con lo Stato

La Procura di Napoli ha richiesto il carcere come misura cautelare, ma il legale di Miano ha chiesto di convertire la pena in arresti domiciliari, sottolineando che i sistemi informatici violati fossero già vulnerabili.

Ora, il giovane tecnico informatico si trova in carcere a Regina Coeli, in attesa dell’udienza di convalida.

La sua collaborazione potrebbe rivelarsi preziosa per il contrasto ai reati informatici in Italia, aprendo la possibilità di mettere le sue capacità a servizio dello Stato, come previsto dalla legge 90/2024, che prevede sconti di pena per chi collabora con le autorità.

hacker-ministero-giustizia Fonte foto: iStock
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