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Frodi contratti luce-gas con truffa telefonica: voce della vittima registrata e modificata, come funziona

Contratti luce e gas fraudolenti. La truffa telefonica, con voce registrata, ha coinvolto migliaia di persone. La Postale mette fine alla vicenda

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

La Procura di Milano ha svelato un sofisticato sistema di frode telefonica legato all’attivazione di contratti per la fornitura di luce e gas. Al centro dello scandalo, due società padovane e numerosi call center con sede in Italia e Albania. La scoperta è partita dalla denuncia di un sacerdote milanese, vessato da telefonate aggressive che lo sollecitavano a pagare bollette per contratti mai sottoscritti. La Polizia Postale, con la collaborazione di diverse autorità, ha rivelato l’estensione e la complessità di questo schema criminale.

Come funziona la frode telefonica sui contratti luce-gas

La truffa inizia con insistenti telefonate, spesso effettuate in orari scomodi come la mattina presto o la sera tardi. Gli operatori si presentavano come dipendenti dell’ARERA o di compagnie energetiche affidabili, utilizzando pretesti plausibili per ottenere informazioni personali dalle vittime.

Un esempio frequente era la menzogna di lavori stradali che avrebbero interrotto la fornitura elettrica o del gas, richiedendo l’attivazione temporanea di un nuovo contratto con un operatore convenzionato.

Agente della polizia postale al lavoro

Quando le vittime erano riluttanti a fornire i loro dati o a sottoscrivere un nuovo contratto, i truffatori ricorrevano a metodi più subdoli. Utilizzavano le informazioni raccolte per falsificare firme su documenti cartacei. In altri casi, registravano la voce della vittima durante la chiamata e la manipolavano con software di editing audio o intelligenza artificiale, facendo apparire che avessero dato il consenso necessario.

Cosa rischiano le vittime della truffa

Una volta attivato il contratto fraudolento, le vittime ricevevano bollette salatissime che non riuscivano a spiegare. Solo dopo mesi di ricezione di solleciti di pagamento, si accorgevano di essere state truffate.

A quel punto, iniziava un calvario di telefonate minacciose da parte di sedicenti addetti al recupero crediti, che spesso sfociavano in estorsioni. Le vittime, vulnerabili e spaventate, erano costrette a pagare somme ingenti per evitare ulteriori problemi.

Le indagini hanno rivelato che il tono delle telefonate era particolarmente aggressivo con le persone più vulnerabili, come un’anziana donna veneta di 87 anni rimasta coinvolta. Le minacce includevano la riduzione della fornitura elettrica o, nei casi peggiori, il distacco completo della corrente.

Indagini delle autorità

La complessa indagine condotta dalla Polizia Postale e coordinata con diverse autorità italiane e albanesi ha portato a risultati significativi. Sono state effettuate perquisizioni in 35 obiettivi, tra cui 12 call center e le sedi delle società energetiche coinvolte.

Le autorità hanno sequestrato una grande quantità di dati telematici e bancari, nonché sistemi informatici utilizzati per gestire la frode. Le indagini hanno portato alla luce circa un migliaio di vittime, molte delle quali hanno contribuito al successo delle operazioni fornendo informazioni cruciali.

Le società coinvolte sono state sanzionate dal Garante della Privacy e dall’Antitrust per la sistematica violazione delle normative GDPR. I profitti illeciti realizzati nei primi tre mesi del 2023 ammontano a circa 9 milioni di euro. Grazie a questa operazione, si è inflitto un duro colpo al fenomeno del “telemarketing selvaggio”, un problema che affligge milioni di cittadini in Italia.

Fonte foto: ANSA

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