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Franco Alfieri, arrestato il presidente Pd della provincia di Salerno: è anche sindaco di Capaccio Paestum

Arrestato Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno: a finire in manette altri cinque indagati

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

La mattina di giovedì 3 ottobre la guardia di finanza ha arrestato il sindaco di Capaccio Paestum, nonché presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri. Le fiamme gialle hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare anche nei confronti di altri cinque indagati. I reati contestati sono corruzione turbativa d’asta.

Arrestato Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno

Le notizie sono ancora frammentarie. Ansa riporta che la mattina di giovedì 3 ottobre i militari della guardia di finanza hanno raggiunto l’abitazione di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta.

Le manette sono scattate a seguito delle indagini condotte dalla guardia di finanza di Eboli e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno.

La guardia di finanza ha arrestato Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno

Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Salerno. I militari delle fiamme gialle hanno inoltre sequestrato una somma di denaro superiore ai 543 mila euro.

Come già detto, oltre ai provvedimenti contro Franco Alfieri i militari hanno eseguito le ordinanze nei confronti di altri cinque indagati.

Altri cinque indagati ai domiciliari: chi sono

Ansa aggiunge che altre cinque persone sono state raggiunte dai provvedimenti emessi dalla Procura di Salerno. Si tratta di Vittorio De Rosa e Alfonso d’Auria, entrambi della Dervit Spa in cui ricoprono le cariche, rispettivamente, di rappresentante legale e procuratore speciale.

Nel mirino anche Elvira Alfieri, sorella di Franco Alfieri, legale rappresentante della Alfieri Impianti S.r.l..; Andrea Campanile, dipendente del comune di Capaccio facente parte dello staff di Alfieri. Infine, Carmine Greco, impiegato del Comune di Carpaccio nel ruolo di tecnico nonché Rup (responsabile unico del procedimento).

Per le cinque persone appena elencate sono stati disposti gli arresti domiciliari. A vario titolo, agli indagati sono contestati i reati di turbata libertà degli incanti corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

Il motivo degli arresti

Le indagini si sono concentrate su due gare d’appalto vinte dalla Dervit Spa (di De Rosa e d’Auria). Una riguardava l’illuminazione pubblica con impianti di adeguamento, efficientamento energetico e ampliamento. L’altra riguardava l’illuminazione stradale del Comune con l’impiego di led e telegestione del flusso luminoso.

Secondo l’impianto accusatorio, gli indagati avrebbero favorito l’azienda per far sì che ottenesse gli appalti. La gara era stata bandita dal Comune di Battipaglia, non raggiunto dalle indagini.

Chi è Franco Alfieri, il “re delle fritture”

Prima di diventare il primo cittadino di Capaccio Paestum, Franco Alfieri è stato sindaco di Torchiara e Agropoli. Più che nota è la sua amicizia con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Proprio a quest’ultimo, Alfieri, deve la nomea di “re delle fritture”.

Era il 2016 e Matteo Renzi aveva indetto il Referendum Costituzionale. Il 15 novembre di quell’anno Vincenzo De Luca aveva convocato 300 amministratori a Napoli, all’albergo Ramada, per spiegare le ragioni del “Sì”. Alla campagna aveva ovviamente aderito anche Franco Alfieri.

E proprio all’amico Alfieri De Luca aveva rivolto queste parole: “Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche sugli yacht, fai come vuoi tu, ma non venire qua con un voto in meno di quelli che hai promesso”. Recentemente Alfieri si è pronunciato contro l’autonomia differenziata.

Fonte foto: ANSA

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