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Fondi russi Lega, svelata identità della testimone. Parla Salvini

Gli investigatori stanno esaminando nuovi messaggi audio e alcune conversazioni telefoniche

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Gli investigatori e gli inquirenti che indagano sui presunti fondi russi alla Lega, nell’inchiesta che vede tra gli indagati per corruzione internazionale Gianluca Savoini, stanno analizzando numerose email, anche da tradurre in italiano, oltre a una serie di audio. Ieri intanto, una donna russa è stata ascoltata per ore in Procura e il suo verbale è stato secretato.

Fondi russi alla Lega, i nuovi elementi

Tra i documenti al vaglio, come riferito da “Il Fatto Quotidiano” e riportato da Ansa, ci sono soprattutto alcuni “vocali” inviati via chat ma anche le registrazioni di alcune telefonate trovate nel telefono sequestrato all’avvocato Gianluca Meranda. Le registrazioni sarebbero state effettuate dallo stesso Meranda tramite un’applicazione installata nel suo smartphone.

Sono una quindicina le conversazioni esaminate dagli inquirenti, nelle quali Meranda avrebbe avuto contatti con Savoini anche a ridosso del summit nell’albergo moscovita. Come emerso nei mesi scorsi, infatti, l’ex portavoce di Salvini avrebbe pianificato il summit almeno dal giugno 2018.

Svelata l’identità della nuova testimone

La donna sentita ieri dalla Procura di Milano nell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega, come riporta Ansa, è una giornalista di un’agenzia di stampa russa. La donna, in un incontro del luglio 2018, compare in alcuni video in rete a fianco di Matteo Salvini e ringrazia pubblicamente Gianluca Savoini, presidente dell’associazione LombardiaRussia e indagato per corruzione internazionale.

Fondi russi-Lega, parla Salvini

‘Ansa’ riporta un commento di Matteo Salvini al caso dei presunti fondi russi alla Lega: “Non ho mai visto un rublo, un euro, un dollaro o uno yen. Ritengo che avere buoni rapporti con la Russia sia una questione intelligente per chiunque”.

Fondi russi alla Lega, la ricostruzione

L’incontro al Metropol di Mosca, secondo gli investigatori, sarebbe servito per discutere della compravendita di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto di almeno il 6% su un affare da 1,5 miliardi di dollari, soldi al Carroccio per la campagna elettorale per le ultime Europee, ma anche tangenti ad almeno un funzionario di Mosca.

In seguito alle perquisizioni di luglio a carico di Savoini e degli altri indagati, gli investigatori avrebbero trovato nei telefoni sequestrati anche una foto dei dettagli dell’accordo tra italiani e russi.

Fonte foto: Ansa

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