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CRONACA NERA

Femminicidio Vicenza: ira del compagno di Lidia su giudici e assistenti sociali. Così si è giunti al massacro

La rabbia di Daniele Mondello: il compagno dell'ex moglie di Zlatan Vasiljevic si scaglia contro i giudici e gli assistenti sociali

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Ira, sconforto e dolore: Daniele Mondello non si dà pace e punta il dito contro sistema. Trattasi dell’uomo vicentino con il quale Lidia Miljkovic aveva provato a rifarsi una vita dopo il matrimonio, durato 14 anni e segnato da botte e minacce, con Zlatan Vasiljevic. Daniele e Lidia si vedevano da due anni e stavano progettando una vita insieme, sogno spezzato dalla dissennata rabbia di Vasiljevic. Intervistato da Repubblica, Mondello si è scagliato contro i giudici e gli assistenti sociali.

Il compagno di Lidia accusa il sistema

“Giusto tre settimane fa è stata emessa la sentenza di separazione. Sa cosa stabiliva? La cessazione dell’affido esclusivo dei figli di 13 e 16 a Lidia. Per ogni cosa bisognava mediare con il padre: scuola, tempo libero, medicine”, ha spiegato Mondello, riferendosi ai due figli avuti nel 2006 e nel 2008 da Lidia e Vasiljevic. Il vicentino ha aggiunto che Zlatan non ha mai pagato gli alimenti, ma che l’ex moglie non l’ha denunciato “perché a lei non interessavano i soldi: voleva solo il bene dei suoi figli”.

Nel 2019, Vasiljevic fu arrestato (e scarcerato qualche mese dopo) proprio per i maltrattamenti perpetrati nei confronti di Lidia. Fu poi emesso un divieto di avvicinamento che però è poi decaduto. “Certo, per loro era una brava persona adesso – ha scandito Mondello con amaro sarcasmo – . E io mi dispero, sa per quale motivo? Perché finché il sistema rimane questo, le donne continueranno a essere uccise. Lidia non sarà l’ultima”.

Il corpo senza vita di Lidia Miljkovic

Quando a Daniele è stato chiesto come faceva Vasiljevic a sapere dove lavorava l’ex moglie, ha spiegato che il bosniaco sapeva “perché continuava a perseguitare lei e la sua famiglia. Conosceva i suoi posti di lavoro e ha deciso di ammazzarla lì, perché è isolato”.

Mondello ha quindi raccontato che la “casa in cui abitava quell’individuo, ad Altavilla Vicentina, era stata messa all’asta. Lidia diceva sempre che se l’avessero cacciato definitivamente, lui avrebbe combinato qualcosa di terribile. Ed eccoci qua”.

Daniele ha inoltre sottolineato che Lidia “aveva paura, ogni volta che usciva di casa era in tensione”. A un certo punto, però, aveva deciso di non lasciarsi vincere dal timore: “Poi, però, aveva deciso di reagire. Non posso vivere nascondendomi per sempre, ripeteva. Una volta ai servizi sociali le hanno consigliato di cambiare città. Ci rendiamo conto?”.

Lidia Miljkovic, calvario senza fine

Anche i figli della vittima erano al corrente della pericolosa situazione. “Sapevano che prima o poi sarebbe successo. L’aveva detto, che ci avrebbe uccisi tutti“, ha spiegato sempre Mondello che ha aggiunto che era impossibile non sapere che Vasiljevic era fuori controllo: “Negli ultimi mesi aveva fatto tre incidenti stradali e gli avevano ritirato la patente solo dopo l’ultimo. Però continuavano a dire che si era sistemato, che era in un percorso di riabilitazione“.

Quindi l’affondo duro sul sistema: “Ripeto: l’unico problema, per tutti, era quello di riavvicinare i figli al padre, anche se lui non li voleva. Hanno messo in discussione che Lidia fosse una buona mamma, hanno ipotizzato che io potessi metterli in pericolo con la mia presenza. Ma io, prima di diventare compagno di Lidia, sono anche un suo collega. Io conosco il calvario che ha passato con quell’uomo: un calvario che non è mai terminato”.

“Giudici e assistenti sociali vengano a vedere la bara di Lidia”

“Il giudice Marcello Colasanto di Vicenza – ha proseguito Mondello – ha addebitato a Lidia le spese legali che Zlatan non pagava: 15 mila euro. Ovviamente, poi, lei avrebbe dovuto rivalersi su di lui. Come si chiama questo? Non significa spingere progressivamente una persona verso la morte?”.

E ancora: “Eppure non mancavano i precedenti, le denunce, le segnalazioni. Nessuno ha mosso un dito per tenere distante quella persona. Vediamo chi troverà il coraggio di guardare in faccia quei due orfani”. “Vorrei che giudici e assistenti sociali venissero al funerale di Lidia e guardassero bene quella bara”, ha concluso Mondello.

Fonte foto: ANSA

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