Fase 2, svolta in Lombardia sui tamponi a domicilio
L'assessore alla Sanità Giulio Gallera ha anticipato le novità in arrivo in Lombardia per la Fase 2 dell'emergenza coronavirus
Saranno tracciamento e sorveglianza sanitaria i due pilastri della Fase 2 dell’emergenza coronavirus in Lombardia. L’assessore alla Sanità Giulio Gallera ha spiegato al programma tv ‘Mattino 5’ che il campanello d’allarme saranno “l’andamento dei ricoverati, delle terapie intensive e dei pronto soccorso”. Poi ha aggiunto: “Le persone che avranno la febbre saranno messe in isolamento e saranno poi il nostro grande barometro”.
Spetterà ai datori di lavoro il compito di rimandare a casa i dipendenti con febbre da 37.5 in su e di segnalarli all’Ats.
A proposito dei tamponi a domicilio, Gallera ha spiegato che i tamponi verranno eseguiti “in 24/48 ore, dalle Unità speciali di continuità assistenziale o grazie alle postazioni drive-in”.
Inoltre, verranno messi in isolamento anche i contatti stretti del possibile infetto, colleghi compresi.
Come riferito dal ‘Corriere della Sera’, è in programma la partenza a breve nell’Ats di Milano di un’app che consentirà ai medici di segnalare i pazienti con sintomi sospetti.
Per quanto riguarda gli ospedali, l’intenzione è quella di mantenere i padiglioni dedicati ai pazienti Covid in ogni polo, in modo da poter offrire un’assistenza capillare e limitare le possibilità di contagio nei reparti. Si attendono, in merito, le indicazioni del decreto nazionale in fase di elaborazione.
La Regione Lombardia sta anche lavorando per regolamentare i test sierologici, utili a rintracciare chi è entrato in contatto col coronavirus.
La delibera in arrivo dovrebbe consentire di eseguire i test anche ai laboratori privati sui singoli cittadini e anche di tipo diverso da quello elaborato da Diasorin e Policlinico San Matteo.
Spetterà alle strutture segnalare alle Ats gli eventuali casi positivi, che verranno messi in isolamento in attesa del tampone.
Per il momento sono in corso gli screening sul personale sanitario negli ospedali, autorizzati dalla Regione.
Il Gruppo Multimedica, come progetto di ricerca assieme all’università Bicocca, ha proposto i test anche nelle aziende lombarde, su un campione di 5 mila lavoratori.