Fabio Maria Damato fuori dalle società di Chiara Ferragni dopo il caso Balocco: la stoccata del manager
Chiara Ferragni dice addio al suo storico manager Fabio Maria Damato: la nota, a chi passano ora i suoi poteri
Fabio Maria Damato lascia le società di Chiara Ferragni. A comunicare la decisione sono proprio Fenice e TBS Crew con una nota: il manager non gestirà più il gruppo a partire dal 16 giugno 2024. A distanza di sei mesi dal Balocco gate, Damato abbandona le cariche di direttore generale e consigliere.
- Quale ruolo aveva Fabio Maria Damato nelle società di Chiara Ferragni
- La versione di Fabio Maria Damato
- Chi è il manager Damato e per cosa è indagato per il Balocco gate
Quale ruolo aveva Fabio Maria Damato nelle società di Chiara Ferragni
In breve tempo, Damato aveva assunto un ruolo sempre più centrale nelle aziende che fanno capo a Chiara Ferragni. Il caso dei pandori Balocco però ha destabilizzato il gruppo e spinto a prendere scelte drastiche.
Il manager aveva un ruolo operativo nella Sisterhood, la cassaforte dell’influencer. Era poi in primo piano anche per quanto riguarda le due aziende griffate Ferragni: Fenice e TBC Crew. Sommando gli ultimi bilanci delle due, si sfiorano i 30 milioni di ricavi.
Nelle ultime settimane c’è stato un chiaro cambio di rotta all’interno del gruppo. Chiara Ferragni ha nominato la madre, Marina Di Guardo, direttrice generale della Sisterhood, spostando nelle sue mani di fatto i poteri che aveva in precedenza Damato.
Il comunicato sminuisce la portata della notizia, parlando del cambiamento come di un normale percorso di rinnovamento aziendale. Si legge inoltre che il manager ora “perseguirà altre opportunità professionali”.
La versione di Fabio Maria Damato
Il manager in uscita ha dato la sua versione su Instagram, attraverso alcune Storie:
“Domani sarà il mio ultimo giorno da general manager di TBS Crew e Chiara Ferragni brand e per questo voglio ringraziare tutti i professionisti che con la loro esperienza e umanità hanno voluto affiancarmi in questa avventura. Oltre, ovviamente, a Chiara Ferragni che più di 7 anni fa mi ha chiamato per supportarla nell’evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione. Ringrazio anche tutti i talent che ho seguito nella loro evoluzione, da Marina Diguardo a Francesca e Valentina Ferragni, ma anche Pietro Terzini, Manuele Mameli e Luca Vezil. Lo scorso febbraio infatti, dopo attente e inevitabili rilessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono. A dimostrazione di questo ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento”.
E ancora:
“Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso pandoro ma essendo diventate pubbliche alcune e-mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di quest e-mail fosse la mia. Resto però amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna. Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che si sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro. Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e come capo e per la quale l’onestà, la dedizione e l’affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione”.
Quindi la stoccata a chi ha riportato le cifre dei suoi presunti guadagni:
“Nei mesi ho letto una certa ossessione circa i miei presunti incredibili guadagni. Purtroppo (per me) non solo le cifre circolate sul mio stipendio di lavoratore dipendente sono lontane dalla realtà, ma non ho mai nemmeno percepto da membro dei due consigli di amministrazione quei fantastici compensi di cui si scrive, perché sono ruoli che ho ricoperto a titolo gratuito fino alla mia uscita volontaria. Per finire nel segno della coerenza al momento delle mie dimissioni volontarie da tutte le cariche non ho richiesto nessuna liquidazione aggituvia, tantomeno da 4 milioni di euro e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali spettanti di legge a qualsiasi lavoratore dipendente. In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto perché da dipendente credevo non fosse corretto farlo visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato. Ma oggi è opportuno anche rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso all’azienda, che “il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale”. Grazie.
Chi è il manager Damato e per cosa è indagato per il Balocco gate
Damato è di Barletta, ha frequentato la Bocconi, corso di economia aziendale, prima di iniziare a scrivere di moda.
Ha raccontato di aver conosciuto Ferragni agli esordi, mentre lui era giornalista.
Tale lavoro però non lo soddisfaceva, motivo per cui i due iniziarono a collaborare: “Insieme abbiamo deciso di fare rumore, abbiamo messo alla porta chi non credeva in noi”, aveva detto in un Ted Talk.
Ferragni e Damato lavoravano insieme dal 2017, prima dell’addio sancito dalla nota di oggi.
Il suo volto e il suo personaggio, dapprima dietro le quinte, sono balzati agli onori delle cronache prima per la sua presenza costante nel documentario Chiara Ferragni Unposted, che ha anche prodotto, e poi per il coinvolgimento nella presunta truffa legata ai dolciumi.
Come la stessa Chiara Ferragni, Damato è indagato per concorso in truffa aggravata nell’inchiesta sui pandori Balocco Pink Christmas.