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Espulsi dal Viminale due cittadini stranieri radicalizzati, erano ritenuti pericolosi per la sicurezza

Il Viminale ha reso noti i provvedimenti nei confronti di un cittadino tunisino e uno kosovaro radicalizzati: salgono a 56 le espulsioni nel 2023

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Un cittadino tunisino e un cittadino kosovaro sono stati espulsi dall’Italia perché “ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale in quanto fortemente radicalizzati”. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno con un comunicato nel quale ha comunicato che con questi ultimi due i provvedimenti di espulsione nei riguardi di individui stranieri considerati una minaccia per la sicurezza sono saliti a 56 dall’inizio del 2023.

Il cittadino tunisino

Secondo quanto reso noto dal ministero, il primo caso riguarda un cittadino tunisino di 42 anni, irregolare sul territorio nazionale, finito sotto la lente degli investigatori per una foto  di un uomo armato di mitra con alle spalle la bandiera dell’Isis trovata nella sua cella durante un periodo di detenzione nel carcere di Piacenza. Da quanto emerso dalle indagini, inoltre, l’uomo aveva assunto nel tempo un ruolo da leader nei confronti degli altri detenuti.

Scarcerato nel 2020, il cittadino nordafricano è stato più volte destinatario di provvedimenti di espulsione mai eseguiti fino a quando lo scorso 26 settembre, è stato rintracciato e associato al Cpr di Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, e poi in quello di Caltanissetta.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il cittadino kosovaro

Il profilo del cittadino kosovaro è invece emerso in seguito alle indagini avviate nel 2016 dalla Digos di Venezia su un gruppo di soggetti radicalizzati, che hanno portato all’arresto nel 2017 di tre suoi connazionali.

Su di loro c’erano gravi indizi di colpevolezza in merito alla partecipazione a un’associazione con finalità di terrorismo internazionale, in relazione alla loro adesione all’ideologia dello Stato Islamico. Un caso non molto diverso da quello di un 24enne fermato a Cesena con l’accusa di terrorismo a fine settembre.

L’uomo destinatario oggi del provvedimento di espulsione era stato sottoposto a perquisizione in quanto risultato in contatto con i soggetti arrestati ed era già stato espulso per motivi di sicurezza nazionale dal territorio nazionale in esecuzione del provvedimento emesso dal Prefetto di Venezia.

Il 14 ottobre è stato rintracciato in provincia di Trieste, arrestato per il reato di violazione del divieto di reingresso sul territorio nazionale e condannato a 8 mesi di reclusione prima di essere trasferito al Cpr di Gradisca d’Isonzo, a seguito di giudizio per direttissima.

Le espulsioni

I due soggetti sono stati espulsi come stabilito dai provvedimenti emessi, nel primo caso, dal Prefetto di Piacenza e dal prefetto di Trieste, nel secondo. Dopo essere stato riconosciuto dalle competenti autorità consolari tunisine, il 42enne è stato rimpatriato, così come il cittadino di nazionalità kosovara.

Fonte foto: ANSA

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