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CRONACA NERA

Emerse le telefonate ignorate prima della strage di Brandizzo: il via libera ai lavori non è mai arrivato

I file audio dei contatti tra lo "scorta ditta" e la dirigente movimento di Rfi: il via ai lavori mai arrivato

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Continuano senza sosta le indagini per far luce sulla strage di Brandizzo, costata la vita a 5 operai.

Gli audio: “Non iniziate i lavori, c’è un treno in ritardo”

Gli inquirenti sono sicuri che, durante la notte della tragedia, per due volte un dirigente di Rfi non abbia dato il nulla osta per poter iniziare i lavori sui binari. Eppure i lavori sono cominciati lo stesso.

“Deve passare un treno, in ritardo”; “Non potete farlo prima di mezzanotte”; “Aspetta che chiedo”. Trattasi della voce, registrata dal server di Rfi, della dirigente movimento della stazione di Chivasso che, nella notte tra mercoledì e giovedì, sta conversando al telefono con il collega Antonio Massa, 46 anni, “scorta ditta” della squadra chiamata a svolgere dei lavori alla stazione di Brandizzo.

Dunque l’ipotesi investigativa è che l’ok da parte di Rfi per iniziare i lavori non sia mai arrivato.

I file audio, con le immagini della telecamera sul binario 1, sono nel fascicolo del materiale sequestrato dalla Procura di Ivrea, che sta provando a fare totale chiarezza su quel che è avvenuto tra le 23 (ora in cui la squadra di operai è giunta sul posto) e l’ora dello schianto.

Gli indagati e le gravi accuse

Va da sé che dopo pochi giorni di indagini non ci siano ancora sentenze, ma gli inquirenti sono certi di aver individuato una serie di elementi evidenti per arrivare a definire le cause, o almeno parte di esse, che hanno provocato il dramma: la strage sarebbe dipesa da gravi violazioni delle procedure di sicurezza.

Al momento il lavoro degli investigatori ha portato a individuare due indagati, accusati di disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale: oltre a Massa, Andrea Girardin Gibin, 52 anni, il caposquadra dell’azienda Sigifer.

Da quanto emerso fino ad ora, l’intervento era naturalmente programmato, ma non autorizzato. A provarlo gli audio sopra citati dai quali si capisce che l’ok per il via dei lavori non è mai arrivato, anche perché c’era un treno in ritardo. Fatto che è stato comunicato a Massa.

Violazione delle procedure prassi abitudinaria?

I magistrati si domandano perché pure il caposquadra abbia seguito l’indicazione di Massa, nonostante la mancanza di un “nulla osta” scritto, come invece prevede la procedura.

Su tale punto stanno nascendo ipotesi inquietanti: “Bisogna capire se procedere con i lavori senza avere il permesso sia una sciagurata scelta delle persone coinvolte o, al contrario, se in questo comportamento possano esserci abitudini, consuetudini, richieste”, è la riflessione che filtra dalla Procura, come riferisce Il Corriere della Sera.

Fonte foto: ANSA

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