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POLITICA ESTERA

Elezioni in Spagna per 37 milioni di cittadini: nei sondaggi i Popolari sono favoriti ai socialisti di Sanchez

Le urne rimarranno aperte dalle 9 alle 20 del 23 luglio per i 37,4 milioni di cittadini chiamati a votare. In 2,5 milioni hanno già votato per posta

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Giulia D'Aleo

GIORNALISTA

Scrive su importanti quotidiani nazionali, si occupa di attualità con una particolare attenzione rivolta a temi sociali, diritti, marginalità.

Giornata di voto in Spagna, con le urne aperte fino alle 20 di domenica 23 luglio. Le elezioni anticipate, volute dal premier socialista Pedro Sanchez, in carica dal 2018, potrebbero vedere una virata verso destra, con il trionfo del Partito Popolare.

Le elezioni in Spagna

Urne aperte in Spagna dalle 9 alle 20 per 37,4 milioni di cittadini chiamati a votare per rinnovare le due camere del parlamento, da cui verrà nominato il nuovo governo.

Di questi, oltre 2,3 milioni sono residenti all’estero e 1,6 milioni sono ragazzi che voteranno per la prima volta. Altri 2,5 milioni di persone hanno, invece, già votato per posta.

Il premier spagnolo Pedro Sanchez

I primi exit poll verranno diffusi intorno alle 20, mentre i dati ufficiali inizieranno ad arrivare intorno alle 21.

La tornata elettorale anticipata rispetto alla normale scadenza della legislatura è stata voluta dal premier Pedro Sanchez, dopo la sconfitta del Partito socialista alle amministrative di maggio, che avevano visto una rimonta del Partito Popolare.

I partiti al voto

Il premier uscente, Pedro Sanchez, 51 anni ed economista, si ripresenta alle elezioni alla guida del Partito socialista (PSOE), nella speranza di preservare i voti che sembrano già in parte erosi dal Partito popolare. Ha guidato il governo dal 2018 al 2020 e dal 2020 in coalizione con Podemos.

Il gruppo Sumar nasce dopo lunghi negoziati dall’unione di oltre 15 gruppi e movimenti che si trovano a sinistra del Psoe, creata dalla leader Yolanda Diaz, avvocata di 52 anni e ministra del Lavoro nel governo Sánchez.

Nello schieramento di destra, invece, il Partito Popolare (Pp), guidato da un anno da Alberto Nunez Feióo, 61 anni, tenta di discostarsi dall’estrema destra di Vox e sembra guadagnare sempre più terreno con posizioni conservatrici ma moderate. Nell’ultima settimana, però, il suo leader è inciampato in diverse gaffe, dai rapporti con un contrabbandiere alle battute sessiste.

Vox è, invece, il partito di estrema destra, emerso come terza forza politica nazionale nel 2019. Allineato alle destre autoritarie europee, la sua campagna elettorale è fondata sulla promessa dell’espulsione degli immigrati irregolari, dell’abolizione della legge sull’aborto e sulla negazione della crisi climatica.

I sondaggi e Bruxelles

Gli ultimi sondaggi prima dello stop di lunedì vedevano Vox ferma al 13%, Sumar poco sopra con il 14%, i socialisti in ripresa al 28% e i popolari in lieve ridimensionamento al 34%.

Una vittoria del Pp potrebbe portare al governo anche Vox come alleato politico, anche se corrono alle elezioni come due partiti distinti.

Sembra però che il numero di elettori indecisi sia ancora molto alto, con la possibilità che nessuno dei due schieramenti ottenga la maggioranza.

Dalle elezioni spagnole, le ultime in Unione europea insieme a quelle polacche, dipende anche il futuro degli equilibri europei.

Il voto, che al momento sembrerebbe poter consegnare il potere alla destra spagnola, sposterebbe l’asse europeo tra Popolari e Conservatori e sarebbe decisivo in materia di migrazione e riforma della governance economica. 

Fonte foto: ANSA

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