Ecco i 14 partiti esclusi dalle elezioni per il simbolo: anche quelli di Giarrusso, Palamara e de Magistris
Dei 101 simboli di partiti depositati presso il ministero dell'Interno, solo 70 saranno presenti con certezza sulle schede elettorali del 25 settembre
Il ministero dell’Interno ha ammesso solo 70 dei 101 simboli depositati da partiti e movimenti per correre alle elezioni anticipate del 25 settembre. Si tratta della prima scrematura prima della presentazione delle liste e delle firme necessarie per presentarsi alle urne.
- Quali partiti sono stati esclusi dalle elezioni a causa dei simboli
- Altri partiti rischiano di rimanere esclusi a causa della raccolta firme
- Quali partiti non sono tenuti a presentare la lista di firme degli elettori
Quali partiti sono stati esclusi dalle elezioni a causa dei simboli
Dei 101 contrassegni depositati, 14 non hanno passato il vaglio o sono stati ritirati. Per altri 17, invece, sono necessarie delle integrazioni, in quanto “non consentono la presentazione di liste”.
Di seguito i nomi dei simboli non ammessi dopo l’esame ministeriale.
- Democrazia Cattolica Liberale.
- Democrazia Cristiana.
- Italiani con Draghi Rinascimento (presentato all’insaputa dell’ex premier Mario Draghi).
- L’italia Sè Desta (scritto in questo modo).
- Lega per l’Italia.
- Movimento per l’instaurazione del socialismo scientifico cristiano – No alla cassa forense.
- Movimento Politico Libertas.
- Palamara oltre il Sistema, dell’ex pm Luca Palamara.
- Partito Federalista Italiano.
- Partito Liberale Italiano.
- Partito Pensionati al Centro.
- Pensiero e Azione – PPA, Popolo delle Partite Iva.
- Sud chiama Nord, di Dino Giarrusso, ex Movimento 5 Stelle (il simbolo è stato ritirato).
- Up con de Magistris (si tratta del secondo simbolo di Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli. Il primo, Unione Popolare con de Magistris, è invece passato).
Altri partiti rischiano di rimanere esclusi a causa della raccolta firme
Non saranno gli unici partiti esclusi. Il 21 e il 22 agosto, infatti, presso le cancellerie delle Corti di Appello, andranno presentate le liste. E contestualmente le sottoscrizioni degli elettori.
I prossimi saranno gli ultimi giorni utili per completare la raccolta delle firme e raggiungere il quantum di 56.250 sottoscrizioni, di cui 36.750 per la Camera dei Deputati e 19.500 per il Senato.
Chiaramente basterà intercettare almeno 36.750 elettori e farli firmare per entrambe le Camere.
Il numero è calcolato sui 49 collegi plurinominali della Camera dei Deputati e sui 26 del Senato. Per ognuno vanno raccolte tra le 1.500 e le 2 mila firme. Si arriva così a circa 73.500. Il numero è però dimezzato per lo scioglimento anticipato del Parlamento.
Le sottoscrizioni devono essere autenticate da funzionari pubblici, o notai e avvocati. Ma non tutti i partiti sono tenuti a presentarle.
Quali partiti non sono tenuti a presentare la lista di firme degli elettori
Sono esentati infatti quelli già presenti in Parlamento, con una platea ulteriormente allargata con l’ultimo decreto Elezioni, varato dal Governo il 5 maggio.
L’articolo 6 bis stabilisce infatti che tutti quelli costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021 potranno presentare le liste senza raccogliere le firme. Qua l’elenco completo dei partiti esentati.