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Elezioni, alcuni partiti rischiano di essere esclusi a causa della raccolta firme: chi è esentato e perché

Non tutti i partiti sono tenuti a presentare 36 mila firme per candidarsi ufficialmente alle elezioni anticipate del 25 settembre 2022: ecco perché

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Non tutti i partiti che hanno già iniziato a fare campagna elettorale riusciranno a presentarsi alle elezioni anticipate del 25 settembre. Per poter presentare le liste dei candidati sarà infatti necessario per ogni formazione raccogliere 36 mila firme tra gli elettori.

Dal 12 al 14 agosto i leader dei partiti depositeranno i contrassegni elettorali, cioè i loghi dei rispettivi schieramenti, presso il ministero dell’Interno.

Successivamente, dalle 8 del 20 agosto alle 20 del 21 agosto, dovranno essere depositate le firme presso le cancellerie delle Corti di Appello, come prevede il decreto del presidente della Repubblica numero 361 del 20 marzo 1957.

Quante firme servono ai partiti: cosa prevede la legge

Prima del 2020, cioè della riforma costituzionale che ha tagliato il numero dei parlamentari, e quindi ridimensionato anche il numero dei collegi, erano necessarie almeno 1.500 e non più di 2.000 sottoscrizioni per ogni collegio plurinominale, per un totale di 94.500 firme per la Camera e 49.500 per il Senato.

In realtà chi firma per la prima firma anche per il secondo, quindi non bisogna incorrere nell’errore di sommare queste due cifre.

Con le nuove leggi i collegi plurinominali per la Camera sono scesi a 49 e quelli per il Senato a 26. In condizioni ordinarie sarebbero dunque necessarie circa 73.500 firme.

Tuttavia le norme prevedono che in caso di scioglimento anticipato delle Camere, come è avvenuto dopo la crisi di governo, il numero delle sottoscrizioni debba essere ridotto della metà.

I partiti dovranno dunque arrivare a circa 36.750 firme, autenticate da funzionari pubblici o da notai e avvocati, degli elettori per poter correre alle elezioni il 25 settembre. Ma non per tutti gli schieramenti valgono le stesse regole.

Quali partiti sono esentati dalla raccolta delle firme

Il decreto elezioni del 5 maggio 2022 prevede infatti delle esenzioni. Viene infatti chiarito che non sono tenuti alla raccolta delle firme i partiti e i gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere entro il 31 dicembre 2022.

Si tratta dunque dei seguenti schieramenti.

  • Coraggio Italia.
  • Forza Italia.
  • Fratelli d’Italia.
  • Italia Viva.
  • Lega.
  • Liberi e uguali.
  • Movimento 5 Stelle.
  • Partito Democratico.

Sono esonerati dalla raccolta delle firme anche i partiti che hanno presentato candidature con il proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei Deputati o alle ultime elezioni dei membri del Parlamento europeo.

A patto che l’abbiano fatto in almeno due terzi delle circoscrizioni, ottenendo almeno un seggio con il proporzionale o concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione con più dell’1% dei voti validi. È il caso dei seguenti partiti.

  • +Europa.
  • Centro Democratico.
  • Noi con l’Italia.

Tra gli esentati c’è anche Impegno Civico di Luigi Di Maio, che si appoggia a Centro Democratico di Bruno Tabacci. Stesso discorso per Azione di Carlo Calenda, in caso di alleanza con +Europa (che sembra essere destinata a non concretizzarsi) o Matteo Renzi.

Carlo Calenda, leader di AzioneFonte foto: ANSA
Carlo Calenda, il leader di Azione.

Quali partiti devono raccogliere le firme per le elezioni

In base alle norme dovrebbero dunque chiedere le firme, tra gli altri, i seguenti partiti.

  • Alternativa di Pino Cabras.
  • Italexit di Gianluigi Paragone.
  • Unione Popolare di Luigi de Magistris.

Proprio il movimento no vax e anti europeista di Gianluigi Paragone, ex giornalista passato da simpatie leghiste alle fila del Movimento 5 Stelle e poi al Gruppo Misto, sta portando avanti una battaglia per chiedere a Sergio Mattarella di cambiare la norma che prevede la raccolta delle firme.

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leader Fonte foto: ANSA
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