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Calenda rompe con il Pd, saltato l'accordo politico: "Non intendo andare avanti". Cosa succede adesso

Il leader di Azione ha annunciato la fine dell'accordo elettorale con il Partito Democratico: "Una scelta sofferta". La reazione di Enrico Letta

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Tutto da rifare, il precario equilibrio è già saltato. Dopo gli incontri degli ultimi giorni Enrico Letta sembrava aver trovato la quadra per presentare alle elezioni del 25 settembre una coalizione del centrosinistra composta da Verdi, Sinistra Italiana, Impegno Civico, +Europa e Azione. Mancava solo l’ultimo via libera da Carlo Calenda, che non è arrivato. Al contrario, l’ex aspirante sindaco di Roma ha optato per un clamoroso strappo.

L’annuncio di Carlo Calenda

Il leader di Azione ha annunciato il passo indietro a ‘Mezz’ora in più’, il talk show condotto da Lucia Annunziata su RaiTre. “Una delle decisioni più sofferte prese da quando ho iniziato a fare politica”, ha commentato spiegando la sua scelta.

Dicendosi deluso, ha sottolineato che negli ultimi giorni c’è stato un crescendo che ha dimostrato come sarebbe andata avanti la campagna elettorale del centrosinistra: “Non contro la destra, ma demolendo l’area liberale della coalizione”.

calenda salta accordo pdFonte foto: ANSA
Letta e Calenda insieme dopo aver siglato il patto elettorale poi saltato

L’accordo con Letta prevedeva “che un pezzo della coalizione non potesse demolire l’agenda Draghi”. “Ci doveva essere una coerenza di linguaggio che è saltata subito – ha evidenziato – e c’è soprattutto una serie di personalità che gli italiani non possono più vedere”.

A detta del leader di Azione, il Pd avrebbe dovuto rappresentare la sinistra “senza Fratoianni, Bonelli e così via”, invece “è prevalso il desiderio di fare un Comitato di liberazione nazionale, che non libera niente”.

Il futuro di Azione dopo lo strappo con il Pd

Carlo Calenda ha ricordato a Lucia Annunziata di voler voluto inizialmente dar vita “a un grande partito democratico popolare”. L’intenzione, siglando il patto con il Pd, era quella di dimostrare che esiste “un’altra Italia”. Lo sviluppo dei negoziati con le altre forze politiche non gli è tuttavia andato giù.

Adesso non è chiaro se Azione correrà da sola alle elezioni. L’idea, almeno per il momento, non sarebbe quella di costruire un ‘grande centro’ con Italia Viva.

L’ex aspirante sindaco di Roma ha spiegato di non aver sentito Matteo Renzi e ha sottolineato di aver ricevuto negli ultimi giorni “una quantità di contumelie dai renziani che mai mi era successo”.

“Al di là di questo – ha aggiunto – ora noi costruiremo liste molto forti, ma non faremo promesse. Ci siamo impegnati a fare la politica come gli italiani l’hanno sempre chiesta, vedremo se gli italiani la sceglieranno”.

Il problema delle firme

Ciò che sembra essere certa è la conclusione del rapporto con +Europa di Emma Bonino, che ha invece avallato l’accordo tra Pd, Verdi e SI. “A un certo punto di questo processo – ha detto il leader di Azione – non ho più capito se l’obiettivo comune era cercare una precisa collocazione o mettere tutto e il contrario di tutto”.

Ma il rischio adesso è che, senza l’appoggio di Bonino, Calenda sia costretto a raccogliere le firme per potersi presentare alle elezioni.

“Se le dovremo raccoglierle lo faremo – ha spiegato – Se non ce la facciamo vuol dire che l’offerta era debole. Qualunque cosa grande comporta un grande rischio”.

La reazione di Enrico Letta

Subito dopo l’annuncio del leader di Azione in diretta televisiva è arrivata la reazione del segretario dem Enrico Letta, il quale secondo quanto riferito dallo stesso Calenda era già stato informato della rottura.

“Ho ascoltato Carlo Calenda – ha scritto su Twitter – Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”.

Altrettanto netti i toni sui canali social del Pd: “Calenda parla di onore. Onore è rispettare la parola data. Un accordo, una firma, una stretta di mano tra persone leali e serie: questo è onore. Il resto, compreso l’attacco alla destra e alla sinistra tutte uguali, è populismo. Populismo d’elite, ma pur sempre populismo”.

La replica del leader di Azione

Non si è fatta mancare la replica social. Su Twitter Calenda ha ribadito che tutto era iniziato con un’agenda precisa.

“Abbiamo finito con una coalizione contradditoria e non credibile – si legge nel post – sostituire i 5S con ex 5S e gente che ha votato la sfiducia a Draghi ed è contro la Nato è insensato. E doppi patti sono incomprensibili”.

In un altro tweet il capo di Azione ha poi invitato tutti i suoi sostenitori a non rispondere agli attacchi. “Adesso c’è solo molto lavoro da fare”, ha precisato.

calenda-rottura-azione-pd-elezioni Fonte foto: ANSA
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