Duplice omicidio in strada a Sant'Antimo vicino Napoli: trovati morti un uomo e una donna, sono cognati
Le due vittime sono state ritrovate in due luoghi diversi del comune in provincia di Napoli, ma a poca distanza l'uno dall'altra
Duplice omicidio a Sant’Antimo. I corpi senza vita di un uomo e una donna sono stati ritrovati nel comune in provincia di Napoli, in due luoghi poco distanti tra loro. Si tratta di Luigi Cammisa, 29 anni e Maria Brigida Pesacane, 24 anni. Le due vittime erano cognati e sono state uccise entrambe con colpi di arma da fuoco.
Il duplice omicidio
Nella serata di mercoledì 7 giugno, due persone sono state ritrovate morte in provincia di Napoli. Si tratta di Luigi Cammisa, 29 anni, e Maria Brigida Pesacane, 24 anni, che erano cognati.
Le aggressioni sarebbero avvenuta nel comune di Sant’Antimo ma in due luoghi differenti.
Cammisa è stato trovato in piazzetta Sant’Antonio, crivellato da diversi colpi di arma da fuoco.
Il corpo di Pesacane, invece, era in via Caruso. Anche lei è stata colpita con dei proiettili.
Non è chiaro se il fatto che i due luoghi siano distinti indichi che i due eventi non siano correlati tra loro.
La breve distanza tra i due punti, però, – circa 10 minuti a piedi -, il fatto che le due vittime fossero imparentate e che la modalità con cui sono stati uccisi è la stessa, non esclude che l’aggressore possa essere uno solo.
Le indagini
Sono in corso le indagini dei Carabinieri della compagnia di Giugliano e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, arrivati sui luoghi degli omicidi.
Dovranno adesso stabilire la dinamica degli eventi e rintracciare i responsabili.
Al momento, non è possibile escludere nessuna pista.
Altro omicidio in strada
Nella stessa giornata di mercoledì 7 giugno, il cadavere di un altro uomo era stato ritrovato in strada a Pachino, in provincia di Siracusa.
La vittima era un giovane 30enne di nazionalità tunisina, il cui corpo è stato scoperto in strada da alcuni passanti, che hanno dato l’allarme alla polizia.
In quel caso, i carabinieri hanno prelevato le immagini delle telecamere di sicurezza, posizionate in un’area che circonda il luogo dell’omicidio, nella speranza che abbiano immortalato la dinamica dell’aggressione e i responsabili.