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CRONACA NERA

Droghe in discoteca e abusi sessuali, il legame tra stupefacenti e violenze dal punto di vista criminologico

Dalla "droga dello stupro" agli altri stupefacenti "da discoteca": correlazione tra assunzione e crimini, da violenze sessuali a omicidi stradali

Pubblicato:

Antonio Leggiero

CRIMINOLOGO E DOCENTE IN CRIMINOLOGIA

Antonio Leggiero è un Criminologo, Avvocato e Docente in Criminologia per conto di Università e Istituti di Alta Formazione, avendo ricoperto inoltre - per un decennio - il ruolo di Direttore didattico-scientifico di diversi Master in Criminologia, Scienze Forensi e Corsi di Perfezionamento nelle principali città d’Italia. E' stato Consulente Tecnico in delicati procedimenti penali, Criminologo Investigativo in diversi processi per omicidio. Ha all’attivo, inoltre, numerose pubblicazioni sia in campo criminologico che storico, con decine di articoli divulgativi e scientifici editi nelle principali Riviste scientifiche.

Uno dei peggiori flagelli sociali della nostra epoca è costituito dalla diffusione delle droghe in discoteca, con tutti i suoi nefasti riverberi criminogenetici, quali violenze sessuali, aggressioni fisiche (anche letali), omicidi stradali e altre conseguenze estremamente gravi. Quali sono le droghe e, soprattutto, le modalità di assunzione e i loro effetti.

Cenni generali sulle droghe

Quelle che comunemente vengono definite droghe, in realtà hanno la denominazione tecnico-scientifica di sostanze stupefacenti (dall’etimo stupor), anche se non tutte producono quella sensazione di ottundimento e stordimento.

Fanno parte di quelle molecole che, con linguaggio scientifico di tipo chimico-farmacologico, vengono definite sostanze psicoattive a causa dell’effetto che producono sulla psiche umana, producendo degli stati di alterazione del funzionamento della stessa, intensamente variabili a seconda della sostanza assunta e delle quantità della stessa.

Sequestro di Ghb, la cosiddetta ‘droga dello stupro’

Nell’ambito di queste sostanze psicoattive vi sono le cosiddette sostanze voluttuarie, così definite dal momento che l’essere umano le assume per cercare effetti piacevoli, anche se frequentemente dannosi.

Fra queste sostanze rientrano le droghe le quali, nel nostro ordinamento, sono sostanze psicoattive vietate dalla legge (dal momento che esistono anche sostanze psicoattive non proibite come l’alcool).

Tradizionalmente, è invalsa la summa divisio fra droghe pesanti (eroina, cocaina e amfetamine) e droghe leggere (come hashish e marijuana).

Gli effetti dannosi delle droghe in generale

In linea generale gli effetti dannosi sono di tre tipi:

  • di tipo fisico con danni, soprattutto a medio e lungo termine, agli organi;
  • dannosità psichica causata dagli effetti nocivi sul cervello;
  • dannosità comportamentale indotta e provocata dall’alterazione del normale funzionamento delle capacità mentali, con stati di squilibrio e messa in atto di comportamenti disinibiti, disinvolti, senza freni inibitori e addirittura di tipo criminoso (come ad esempio la violenza sessuale).

Le droghe “da discoteca” 

Le “nuove droghe” sono un gruppo di molecole che vengono quasi tutte conosciute con la denominazione di ecstasy. In effetti, tale denominazione è impropria ed errata, dal momento che tale nome concerne soltanto una di queste molecole (MDMA), mentre ve ne sono anche altre similari, talvolta con effetti peggiori (MDA, MDEA, MDMB).

Tali sostanze vengono prodotte in improvvisati e clandestini laboratori, in condizioni di totale assenza di norme igieniche e spesso da soggetti privi della giusta competenza, dal che ne deriva che spesso sono contaminate da sostanze tossiche le quali ne acuiscono la conseguente dannosità.

Sebbene il loro uso e consumo non sia esclusivo delle discoteche e ambienti similari, è in quei contesti che sono particolarmente diffuse ed è per questo che vengono definite in modo gergale “droghe da discoteca”.

Effetti psicoattivi delle nuove droghe

Tali sostanze vengono assunte per via orale o per inalazione nasale.

Molto spesso insieme ad alcool e ad altre sostanze stimolanti, in modo da potenziarne i già marcati effetti psicoattivi.

Hanno un effetto molto attivante, producendo sensazioni di stimolo, di ebbrezza, allucinazioni, disinibizione sessuale e alterazione dei meccanismi di controllo, favorendo i contatti e le relazioni.

Per queste ultime caratteristiche vengono definite anche droghe empatogene o entactogene.

Inoltre producono un effetto distorsivo delle percezioni dei suoni, dei colori e delle immagini di tipo accelerato.

Sono di utilizzo molto frequente, di facile reperibilità e di costo ridotto.

I principali effetti dannosi

I rischi correlati all’assunzione di queste sostanze sono molteplici ed appartengono a varie tipologie.

I rischi legati all’immediato

Provocano un’accelerazione di tutte le funzioni fisiologiche del corpo con forte tachicardia, ipertensione, brusco rialzo termico con intensa sudorazione.

Tali effetti, poi, vengono potenziati dal fatto che l’assuntore si trova in ambienti chiusi e sovraffollati, in attività frenetica di danza. Di conseguenza, frequenti sono quelli che vengono definiti colpi di calore da ecstasy e che rappresentano forti collassi con conseguenze drammatiche.

Gli effetti a medio-termine

In quelle condizioni di alterazione psichica sono molto frequenti i comportamenti disinibiti con rapporti sessuali senza protezione, guida spericolata, elevata soglia di aggressività e violenza.

Gli effetti psichici a lungo termine

Molto frequente l’insorgenza di depressione, attacchi di panico, alterazioni del ritmo sonno-veglia e finanche psicosi nonché danni irreversibili al cervello.

Talvolta – ed è una caratteristica particolarmente insidiosa di queste sostanze – anche una sola e isolata assunzione di una di queste molecole può produrre conseguenze tendenzialmente permanenti sul cervello. Ciò le rende oltre modo temibili e ne accentua la pericolosità.

La “droga dello stupro”

Una droga dagli effetti devastanti ed utilizzata prevalentemente in funzioni di commissione della violenza sessuale (tanto da aver assunto la sinistra denominazione gergale di droga da stupro) è una molecola denominata gamma idrossito butirrato (GHB).

Tale pericolosissima molecola ha iniziato la sua perniciosa e velenosa diffusione nell’ambiente dei college statunitensi negli anni Ottanta del secolo scorso, per poi approdare anche in Europa.

Negli USA è conosciuta con il nome di date sexual assault o date rape vale a dire appunto“stupro durante l’appuntamento”.

È molto utilizzata negli stupri della fascia di età fra i sedici ed i venticinque anni ed è la più utilizzata in discoteca in funzione di aggressione sessuale.

La sostanza viene somministrata all’insaputa della vittima o addirittura in alcuni contesti con la forza.

Spesso viene mescolata con delle bibite in momenti di distrazione della ragazza.

Ecco perché è buona norma precauzionale quella di non fidarsi mai di lasciare il proprio bicchiere con la bevanda, al tavolo di persone conosciute in discoteca e allontanarsi.

In questo modo si produce quella che viene definita con espressione completa date-rape drug GHB (“bevanda al GHB per lo stupro da appuntamento”).

In questo contesto, l’espressione appuntamento è utilizzata in modo improprio e ampio, volendo riferirsi a qualsiasi tipo d’incontro.

Tale pericolosissima sostanza in poco tempo vince – fino ad annullare – ogni difesa della vittima, rendendola facile preda dell’aggressione sessuale.

Inoltre, molto spesso, agisce anche sui centri della memoria, rendendo la vittima in condizioni di non poter ricordare l’accaduto, né di poter svelare l’identità degli stupratori.

Modalità dello stupro “da discoteca”: osservazioni criminologiche 

Lo stupro non è solo un crimine a componente sessuale, ma è un reato che presenta anche elementi di violenza, rabbia, furia ed aggressività selvaggia devastante nei confronti della vittima.

Diventa particolarmente feroce quando avviene in gruppo e/o su un soggetto che non è in condizioni di adeguata difesa. Condizioni, queste ultime, considerate delle circostanze aggravanti, con forte inasprimento sanzionatorio, dal nostro codice penale.

Fonte foto: 123RF

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