Donna trovata morta nel fiume Po a Crespino vicino a Rovigo, l'ipotesi del sucidio dopo la truffa: le indagini
La procura di Rovigo sta indagando per istigazione al suicidio dopo il ritrovamento del cadavere di una donna a Crespino
Il suicidio dopo la truffa. Questa l’ipotesi dietro al ritrovamento nel Po, presso il comune di Crespino, in provincia di Rovigo, del cadavere di una donna di 40 anni scomparsa dalla propria casa in provincia di Verona il 14 ottobre.
Il ritrovamento del corpo a Crespino
Domenica 20 ottobre nel territorio del comune di Crespino, in provincia di Rovigo, il fiume Po ha restituito il cadavere di una donna che è stata poi identificata dalla famiglia.
Si trattava di Akatshi Lutahe, chiamata Pamela dagli amici, 40enne di origini congolesi, sposata e madre di due figli. Era scomparsa dalla propria abitazione a Cerea, in provincia di Verona, sei giorni prima, il 14 ottobre. Era stato il marito a denunciarne la scomparsa.
Il 15 ottobre, giorno successivo alla denuncia della scomparsa, alcuni effetti personali della donna erano stati ritrovati nella zona dell’argine del Po a Occhiobello, in provincia di Rovigo, 40 chilometri in linea d’aria dalla casa della vittima.
La truffa e l’ipotesi suicidio
I carabinieri hanno cominciato a indagare su quanto accaduto e hanno scoperto, interrogando familiari e amici della donna, che la vittima aveva appena subito una truffa.
Questo dettaglio, insieme al ritrovamento del corpo nel Po, hanno fatto ipotizzare agli investigatori che la donna possa essersi suicidata buttandosi nelle acque del fiume, anche se rimangono dubbi.
Nel comune di Occhiobello, oltre che al telefono cellulare della vittima, era stata ritrovata anche la sua auto. Secondo gli investigatori, la donna avrebbe guidato per i quasi 50 chilometri, per poi buttarsi nel fiume.
Le indagini e l’autopsia
La procura di Rovigo ha comunque aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, e ha ordinato l’esecuzione dell’autopsia per accertare ora del decesso e cause della morte.
Le indagini sono state delegate ai Carabinieri di Cerea e di Occhiobello, rispettivamente il comune dove la 40enne abitava e quello dove sono stati trovati alcuni suoi effetti personali.
Anche il governatore del Veneto Luca Zaia si era interessato della vicenda, segnalando il ritrovamento dell’auto e del telefono cellulare della donna il giorno dopo la sua scomparsa.