Donna suicida all'ospedale di Vizzolo dopo essere stata violentata: aveva anche parlato di abusi in famiglia
Donna di 22 anni suicida all'ospedale di Vizzolo Predabissi dopo essere stata violentata: aveva anche parlato di abusi in famiglia, fermato un 28enne
La donna di 22 anni suicida all’ospedale di Vizzolo Predabissi dopo essere stata violentata aveva parlato di abusi in famiglia prima di togliersi la vita. La ragazza avrebbe subito violenza in una stanza dell’ospedale da parte di un 28enne ucraino, dopo le quali avrebbe però chiesto di essere portata in una casa protetta per donne maltrattate, menzionando casi familiari che non sembra siano mai stati denunciati. Poco dopo la 22enne si è uccisa lanciandosi dal quarto piano.
- La donna suicida all'ospedale di Vizzolo aveva parlato di abusi in famiglia
- Arrestato un 28enne di origini ucraine
- La vicenda che ha portato al suicidio della 22enne
La donna suicida all’ospedale di Vizzolo aveva parlato di abusi in famiglia
Aveva parlato di abusi in famiglia la donna di 22 anni morta per un gesto suicida all’ospedale di Vizzolo Predabissi, tra Milano e Lodi, la sera di martedì 28 maggio, dopo aver denunciato di essere stata violentata nel pronto soccorso della struttura.
I magistrati, oltre ad analizzare i filmati delle telecamere dell’ospedale, stanno infatti cercando di capire se la ragazza soffrisse di problematiche di natura psichiatrica (risulterebbero cure al Centro Psico Sociale) e conoscere i dettagli di eventuali abusi in famiglia.
Ospedale di Vizzolo Predabissi, Milano
Tali episodi non sarebbero stati denunciati, ma la giovane ne avrebbe parlato al momento delle dimissioni dall’ospedale, in cui sotto choc avrebbe chiesto di non essere riaccompagnata a casa e di andare, invece, in una casa per donne maltrattate.
Arrestato un 28enne di origini ucraine
Un 28enne di origini ucraine è stato arrestato all’alba di martedì 28 maggio, poco dopo l’episodio di violenza sulla ragazza di 22 anni che si sarebbe tolta la vita quella stessa sera.
Come la vittima, l’uomo, magazziniere che vive in provincia di Lodi con la famiglia, era in attesa di visita al pronto soccorso dopo essere stato portato lì dopo una serata a base di alcol e droga.
Ieri, giovedì 30 maggio, il 28enne è stato sentito per l’interrogatorio di convalida del fermo, con la Procura che ha chiesto che rimanga in carcere.
La vicenda che ha portato al suicidio della 22enne
La magistratura è al lavoro per comprendere le dinamiche della vicenda che ha portato, intorno alle 20 di martedì 28 maggio, al suicidio della donna 22enne all’ospedale di Vizzolo Predabissi.
Arrivata in ambulanza per motivi non noti nella notte tra lunedì e martedì, ha conosciuto il 28enne e fumato con lui alcune sigarette. Lui l’avrebbe poi portata in una stanza dell’ospedale e abusato di lei, che ha subito chiesto aiuto agli infermieri e chiamato i carabinieri.
Martedì mattina, accertate le contusioni legate alla violenza che hanno portato al fermo dell’uomo, i medici l’hanno portata in una camera del reparto di ginecologia per un “ricovero sociale ospedaliero”, misura temporanea prevista per casi particolari.
Poco dopo, la ragazza si è tolta la vita lanciandosi dal quarto piano.
“Non ricordo davvero cosa sia successo, non ho commesso alcuna violenza”, avrebbe raccontato l’uomo. L’inchiesta ora dovrà comprendere se ci sia un legame tra abusi e suicidio e se siano state rispettate le procedure previste per la gestione dei pazienti.