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Dieci offerte per Acciaierie d’Italia, ecco chi vuole l’ex Ilva e quali sono le prospettive di rilancio

Tre offerte sono per la totalità degli impianti, mentre le altre sette riguardano solamente una parte degli asset di Acciaierie d’Italia

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Possibile svolta in arrivo per l’ex Ilva. I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e di Ilva, in amministrazione controllata, hanno fatto sapere di aver ricevuto dieci offerte per gli stabilimenti. Tre di queste, tutte straniere, sono arrivate per la totalità degli stabilimenti, mentre le altre sette offerte sono per singoli asset. Ora i commissari procederanno con la valutazione delle offerte.

Scadenza prorogata per le offerte di acquisto

Il termine per la presentazione delle offerte per gli ex stabilimenti Ilva è scaduto alla mezzanotte tra il 10 e l’11 gennaio.

Una scadenza prorogata rispetto al termine originario e che, spiegano i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia, “ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte”.

L’interno di uno stabilimento delle Acciaierie d’Italia

Chi vuole comprare Acciaierie d’Italia

Come specificato dai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e Ilva, tre delle dieci offerte arrivate sono per la totalità dei complessi industriali.

A presentare queste tre offerte sono state entità straniere. Si tratta della cordata Baku Steel Company Cjsc + Azerbaijan Investment Company Ojsc, di Bedrock Industries management Co Inc e di Jindal Steel International. Sette offerte per Acciaierie d’Italia, invece, sono arrivate da aziende interessate ai singoli asset, e in questo caso troviamo anche soggetti italiani.

Si tratta, nello specifico, di:

  • cordata Car Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. Spa + Trans Isole Srl,
  • Eusider Spa,
  • cordata Eusider Spa + Marcegaglia Steel Spa + Profilmec Spa,
  • Imc Spa,
  • Marcegaglia Steel Spa,
  • cordata Marcegaglia Steel Spa + Sideralba Spa
  • Vitali Spa

I criteri di valutazione delle offerte

I commissari straordinari saranno ora impegnati a valutare le offerte “con un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute”. L’attenzione si concentrerà su occupazione, decarbonizzazione e entità degli investimenti con l’obiettivo di assicurare “uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela dei lavoratori”.

Inoltre, gli stessi commissari straordinari di Acciaierie d’Italia fanno sapere di essere pronti a valutare altre offerte che arriveranno oltre il limite temporale fissato esclusivamente “qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso”.

I numeri di Acciaierie d’Italia (ex Ilva)

L’ex Ilva, ora denominata Acciaierie d’Italia, è il più grande impianto siderurgico nazionale con 8 stabilimenti in tutta Italia e 10.500 dipendenti, di cui 3mila in cassa integrazione. Lo stabilimento più grande è quello di Taranto, dove i lavoratori in cassa integrazione sono 2.500.

Dopo lo stallo prolungato tra il socio privato Arcelor Mittal (proprietaria del 62%) e quello pubblico Invitalia (38%), a febbraio del 2024 è stato deciso il commissariamento dell’azienda. In caso di vendita, per l’ex Ilva sarebbe il terzo passaggio di proprietà dopo Riva (1995) e Arcelor Mittal (2017).

Urso: “Siamo sulla strada giusta per il rilancio”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato come “la partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio”.

Il sindacato Fiom-Cgil ha invocato un tavolo di confronto a Palazzo Chigi con il sindacato e l’azienda. “Troviamo assolutamente inopportune le comunicazioni a mezzo stampa di chi ha la responsabilità di governare e di confrontarsi con la rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori”, ha fatto sapere la Fiom in una nota.

Fonte foto: ANSA

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