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CRONACA NERA

Detenuto si suicida inalando gas delle bombolette in carcere a Torino: trovato svenuto il compagno di cella

Un giovane detenuto si suicida con il gas nel carcere di Torino. Anche il suo compagno di cella sviene per aver inalato il gas della bomboletta

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Giuseppe Pastore

GIORNALISTA

Giornalista professionista, si occupa di attualità e politica parlamentare seguendo i lavori di Camera e Senato. Laureato in Giurisprudenza, muove i primi passi nel giornalismo scrivendo di cronaca e politica in Puglia per poi collaborare con alcune testate nazionali.

A Torino si consuma un nuovo suicidio in carcere. Poco prima delle 21 di martedì 21 marzo un uomo di 27 anni si è tolto la vita inalando del gas dalle bombolette che in cella vengono utilizzate per cucinare. Il personale del 118 giunto nell’istituto penitenziario di Torino ha tentanto di rianimare il giovane, ma non c’è stato nulla da fare. Secondo quanto emerso, infatti, il 27enne sarebbe stato colpito da un arresto cardiaco fatale.

Anche il compagno di cella ha inalato il gas

Al momento dell’arrivo dei soccorsi anche il compagno di cella del giovane detenuto è stato trovato privo di sensi. È certo che anche lui, come il 27enne morto, abbia inalato il gas della bomboletta.

I sanitari lo hanno condotto in serata presso il pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria. Lì l’uomo è stato ricoverato durante la notte per poi essere riportato nel carcere ‘Lorusso e Cutugno’.

Il carcere ‘Lorusso e Cutugno’ di Torino

Al momento non è ancora chiaro se l’intento di entrambi fosse quello di togliersi la vita oppure se il compagno di cella abbia solo inalato per forza maggiore il gas.

Per il 27enne, invece, i soccorritori del 118 non hanno potuto fare nulla. Il tentativo di rianimarlo, infatti, si è reso vano.

Secondo i primi accertamenti per il giovane detenuto di Torino è stato fatale l’arresto cardiaco in seguito all’inalazione del gas.

Nel 2022 record di suicidi in carcere in Italia

Quello avvenuto il 21 marzo a Torino è solo l’ultimo suicidio di cui la cronaca tiene traccia. Nel corso del 2022, infatti, l’associazione Antigone ha registrato il record assoluto di suicidi consumati nelle carceri italiane.

Durante lo scorso anno si sono suicidate 84 persone detenute negli istituti di pena in giro per l’Italia. Si stima che il tasso di suicidi in cella sia 20 volte più alto di quello delle persone in stato di libertà.

Tra gli ultimi casi emersi, si ricorda il suicidio di un ragazzo detenuto a Torino nella casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’. In quel caso il gesto era avvenuto addirittura dopo 48 ore dall’arresto.

Un segnale che spinge a riflettere sulla condizione dei detenuti in Italia.

I suicidi in carcere sono un allarme sociale

Quello dei suicidi in carcere rappresenta un vero e proprio allarme sociale. I dati raccolti da Antigone, infatti, raccontano di un malessere diffuso tra la popolazione carceraria italiana.

Per avvicinarsi al numero di persone che si sono tolte la vita nel 2022, bisogna andare indietro di 13 anni: nel 2009 i suicidi furono 72.

Si trattava di un periodo storico in cui si registrava uno dei tassi di sovraffollamento più alti di sempre. Sebbene durante il periodo della pandemia si sia ridotto il numero di detenuti, il sovraffollamento resta un tema centrale del dibattito sulle carceri.

Attualmente le persone detenute sono circa 57mila, ma i posti disponibili sono quasi 9mila in meno secondo Antigone. A questo si aggiungano le condizioni di vivibilità delle celle, spesso condivise da più di tre persone.

Fonte foto: istock - Rattankun Thongbun

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