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Denuncia di un soccorritore a Mestre dopo l'autobus precipitato: "Gente faceva foto e video invece di aiutare"

Denuncia di uno dei primi soccorritori dei passeggeri dell'autobus precipitato a Mestre: "Passanti facevano foto e video invece di aiutare"

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Scandalizzato. Bujar Bucai, uno dei primi soccorritori dei passeggeri dell‘autobus precipitato dal cavalcavia a Mestre, ha raccontato gli attimi immediatamente successivi all’incidente, dichiarando che la gente “ferma faceva foto e video invece di aiutare“. Il bilancio della tragedia è di 21 morti e 15 feriti.

“La gente faceva foto e video”

Bujar Bucai, cittadino di origine kosovara in Italia da 25 anni e titolare di un bar tra gli alberghi adiacenti la stazione ferroviaria di Mestre, è stato uno dei primi a soccorrere i passeggeri all’interno dell’autobus precipitato dal cavalcavia.

All’Ansa ha raccontato di aver scavalcato le recinzioni, attraversato di corsa i binari e scalato un traliccio per riuscire a salvare due bambini.

Bujar Bucai

Subito dopo ha dichiarato di essere rimasto scandalizzato dai passanti che facevano “foto e video“, gridando di dare una mano nel caso in cui avessero visto qualcuno perché “si tratta di salvare vite”. O almeno di non bloccare la strada “perché dovevano arrivare i soccorsi”.

“I non sono nessuno, ma un minimo uno lo può fare – ha aggiunto -. Agli altri dico: se vedete un disastro del genere cercate di aiutare, quello non era un incidente normale, dove è giusto aspettare i professionisti, si trattava di salvare delle vite“.

Gli attimi subito dopo l’incidente

Bucai ha anche ricordato gli attimi immediatamente successivi all’incidente.

Il suo locale si trova dalla parte opposta rispetto a dove è finito l’autobus una volta sfondato il guardrail, finito al centro dell’indagine.

“Stavo vicino alle vetrate parlando col mio socio e un fornitore – ha spiegato -, quando ho sentito un rumore e ho visto molta polvere. Sono uscito di corsa, c’era un signore del Bangladesh con la bimba in braccio che voleva andare a soccorrere, io sono salito sulla prima recinzione, ho attraversato i binari, poi sono salito sull’ultimo traliccio del treno e ho saltato l’ultimo muretto davanti al bus”.

I due bambini salvati

Bucai è riuscito a tirar fuori due bambini: “Due ragazzi ucraini, ho saputo che sono stati ricoverati a Treviso. Purtroppo hanno perso la mamma, e non so come stanno. Vorrei andarli a trovare, spero stiano meglio”.

Poi ha aggiunto di aver visto altre tre persone, “probabilmente salvati dai due africani”.

Ma ancora nessuna collaborazione dalla gente: “Solo uno dall’alto mi ha lanciato un estintore (forse l’autista del bus che era stato affiancato sul cavalcavia dal mezzo caduto, ndr) e l’ho usato. Poi sono arrivati la polizia, i vigili del fuoco, i carabinieri, tutti. Mi è sembrato che fosse passato un anno, e invece erano pochi minuti“.

Fonte foto: ANSA
L'autobus precipitato dal cavalcavia a Mestre con decine di morti e feriti: le foto della tragedia

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