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Cosa sappiamo sul guardrail di Mestre sfondato dal bus: cavalcavia vecchio di oltre 60 anni, in che stato era

L’indagine della Procura di Venezia si concentra soprattutto sulle condizioni di sicurezza del cavalcavia Vempa e del vecchio guardrail

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Subito dopo la tragedia di Mestre l’attenzione si è concentrata sul guardrail sfondato dall’autobus. Una barriera ritenuta troppo esile, bisognosa di manutenzione, come d’altra parte l’intero cavalcavia Vempa, vecchio di oltre 60 anni nella sua parte più elevata. Le indagini della Procura di Venezia prevedono delle perizie che verranno effettuate proprio sul guardrail, nell’ambito del fascicolo per omicidio stradale plurimo appena aperto.

Quasi certa l’ipotesi di un malore dell’autista

Sulla dinamica dell’incidente sembra ormai quasi certa l’ipotesi del malore improvviso che ha colpito Alberto Rizzotto, l’autista 40enne alla guida del bus elettrico della compagnia “Linea” che faceva la spola tra il camping Hu di Marghera e Venezia.

Sull’asfalto non ci sono segni di frenata o di tentativi di manovre improvvise dopo l’impatto con il guardrail e, nei racconti degli altri automobilisti e dei sopravvissuti, non si fa cenno di un contatto con altri mezzi presenti sul cavalcavia.

Cosa sappiamo sul guardrail di Mestre sfondato dal bus: cavalcavia vecchio di oltre 60 anniFonte foto: ANSA

Gli accertamenti sul guardrail e sul cavalcavia di Mestre

Sarà l’autopsia a chiarire definitivamente l’ipotesi del malore. Ma l’indagine del procuratore Bruno Cherchi si concentrerà soprattutto sulle condizioni di sicurezza del cavalcavia, e in particolare su quelle del guardrail.

Definito “una ringhiera” dall’ad della società proprietaria del bus, la cosa certa è che purtroppo il guardrail non ha retto il peso del mezzo, che lo ha sfondato ed è precipitato per dieci metri in una tragedia costata la vita a 21 persone, oltre a 15 feriti.

Come ricostruito dalla Stampa, il Comune (al quale dal 2008 spetta la manutenzione del cavalcavia) ha deliberato un progetto di ammodernamento del tratto, mettendo a disposizione quasi sette milioni di euro. Lavori partiti a settembre, che però sono arrivati a 400 metri dal punto dell’incidente.

La replica dell’assessore sul “buco” nel guardail

In merito al guardrail, dai primi accertamenti è emerso che nel punto in cui l’autobus è precipitato manca – per circa un metro e mezzo – la seconda barriera interna. Un punto che l’assessore comunale ai Trasporti, Renato Boraso, ha voluto chiarire: “Sono affermazioni inaccettabili quelle che ho letto. Il bus non è caduto perché ‘c’era un buco’ di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto”.

“L’autobus – prosegue Boraso – è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardarail, senza segno di frenata o contro-sterzata. O Vogliamo dire che senza il ‘buco’, la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?”

Spetterà ora alla Procura di Venezia fare chiarezza sull’accaduto e sulle condizioni di sicurezza del cavalcavia Vempa e, soprattutto, del guardrail. Inoltre, i magistrati hanno disposto accertamenti tecnici anche sulle batterie al litio del bus.

Cosa resta del guardrail sfondato dall'autobus precipitato a Mestre dal cavalcavia: le foto dopo la tragedia Fonte foto: ANSA
Cosa resta del guardrail sfondato dall'autobus precipitato a Mestre dal cavalcavia: le foto dopo la tragedia
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