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Crisi in Russia, il duro attacco di Matteo Renzi a Meloni: "Grave che Biden non abbia chiamato la premier"

"Sono colpito dalla mancata telefonata di Biden a Giorgia Meloni": Matteo Renzi accusa l'Italia di essere rimasta isolata durante la crisi russa

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Roberto Vivaldelli

GIORNALISTA

Giornalista professionista esperto di relazioni internazionali e geopolitica, scrive anche di attualità, cultura ed economia. Collaboratore di diverse testate nazionali, ha scritto due libri e curato la pubblicazione in italiano di un saggio del politologo statunitense John J. Mearhseimer.

L’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi commenta la ribellione armata della Wagner e la crisi in Russia e attacca il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Secondo l’ex premier e direttore del quotidiano Il Riformista, infatti, l’Italia non è stata coinvolta dagli alleati della Nato e in particolare dagli Stati Uniti durante le ore più concitate della crisi russa e del tentato golpe.

L’affondo dell’ex premier

“L’Italia dovrebbe esserci e invece sono colpito dalla mancata telefonata di Biden a Giorgia Meloni. Ha chiamato Sunak, Scholz e Macron ma non la nostra premier” accusa l’ex premier, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, ripresa dall’agenzia Nova.

Secondo Renzi, questa è “una pessima notizia per l’Italia. Da ex premier so che gli Usa quando chiamano interpellano i quattro paesi europei del G7, stavolta l’Italia è rimasta fuori”.

“Non è un fatto di protocollo o di galateo. L’ordine mondiale si sta dissolvendo, e noi rischiamo di restare alla finestra” afferma.

L’accusa: “Italia isolata”

All’osservazione che il segretario di Stato Blinken ha chiamato Tajani, Renzi risponde così: “Non scherziamo. Serve un contatto a livello di capi di stato e governo. Al ministro degli Esteri consiglierei di occuparsi un pò meno di Forza Italia e più della Farnesina”.

Quanto alla premier, “dovrebbe farsi sentire, chiedere di essere coinvolta. Qui parliamo di Santanchè e di Minenna, questioni di serie B rispetto al nostro destino nel mondo. Il sovranismo purtroppo fa rima con provincialismo“.

Matteo Renzi in Senato

Il commento di Tajani: “Non siamo in guerra con Mosca”

“La Russia è più debole. Sono emerse crepe importanti nel suo sistema militare, che aveva la Wagner come fiore all’occhiello. Per Mosca sarà una perdita importante”. Questo il commento del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista al quotidiano La Stampa.

In Ucraina come nel Nord Africa, “la Wagner ha sempre avuto un’influenza nefasta in quelle zone, destabilizzando la regione e incidendo sui flussi migratori. Adesso ci sono queste divisioni, ma – sottolinea più volte nel corso della telefonata – noi non interferiamo nella vita politica russa”.

“Colgo la spaccatura, ormai evidente anche nell’opinione pubblica russa, e Putin non ne esce più forte” sottolinea.

Detto questo, aggiunge, “non abbiamo mai pensato di sostenere il leader della Wagner. Vorrei che fosse chiaro: non siamo in guerra con la Russia. Noi difendiamo l’indipendenza dell’Ucraina, non agiamo per intervenire in Russia”.

Fonte foto: ANSA

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