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Covid, per Galli le chiusure non bastano: "Rischio alto"

L'infettivologo del Sacco di Milano si dice pessimista e sostiene che queste chiusure non siano sufficienti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

In Italia l’indice di trasmissione Rt è all’1,06 e durante la presentazione del monitoraggio con le nuove fasce di rischio assegnate alle Regioni, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha avvertito che ci stiamo avvicinando alla soglia limite di allarme. In un’intervista a la Stampa, Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco, sostiene che il sistema a colori come è adesso non basti più, dubitando che l’arancione scuro possa essere la soluzione per la terza ondata dell’epidemia da Covid-19.

“La speranza è che gli anziani si tengano al riparo e, ormai uno su quattro, godano della protezione del vaccino, ma purtroppo ci aspetta un mese difficile” dice il virologo, che di fronte all prospettiva di un’Italia unica zona rossa commenta: “Le regioni che non lo sono ancora ci finiranno presto. La situazione si complica e siamo sempre all’inseguimento del virus, che detta l’agenda”.

Galli si dice pessimista e imputa la situazione attuale dei contagi alla maggiore diffusione delle mutazioni del coronavirus, soprattutto tra i più giovani: “È da fine dicembre che parliamo della variante inglese, più contagiosa del 40% come la brasiliana, e ora sta diventando prevalente. Le scuole e i ritrovi di giovani sono stati un volano per la terza ondata. I ragazzi si ammalano meno degli adulti, ma con le varianti si contagiano di più e portano il virus a genitori e nonni”.

Rispetto alla seconda ondata Galli sottolinea la presenza di qualche garanzia in più per le fasce di età più alta, che possono resistere fino al prossimo passo verso l’immunizzazione di massa: “La vaccinazione di sanitari, Rsa e un crescente numero di anziani proteggerà in parte le categorie a rischio, ma bisognerà trattenere il fiato fino all’arrivo della bella stagione e di maggiori forniture di dosi”.

La preoccupazione del virologo riguarda soprattutto la diffusione delle varianti, in particolare quella proveniente dal Sudamerica: “Potrebbero complicare la vita sia dei guariti, mi riferisco in particolare alla brasiliana, sia dei vaccinati. Il rischio è che coesistano costringendoci a ripetute iniezioni. Per evitarne la diffusione bisogna limitare i contatti, circoscrivere i focolai e vaccinare a tappeto”.

Per questo l’esperto auspica un piano vaccinale più efficace messo in campo dal nuovo commissario Figliuolo: “Da un lato bisogna contrastare le varianti chiudendo e vaccinando e dall’altro vanno concentrate le dosi sui soggetti fragili, che rischiano di finire in ospedale. Se scuole e università restano chiuse, per esempio, si recuperano vaccini per gli anziani. Così come dai guariti, rimandabili di qualche mese”.

Infine Galli esorta l’utilizzo del vaccino anche di AstraZeneca per gli anziani, per scongiurare più ricoveri possibili, ma sullo Sputnik V esprime ancora qualche dubbio, ed apre alla possibilità di somministrare il richiamo più in là nel tempo, sostenendo che in generale una sola dose “è sempre meglio di niente”.

“Mal che vada gli finisce l’immunità – è l’opinione di Galli. Potrebbe succedere soprattutto negli anziani o negli immunodepressi, cui infatti tenterei di assicurare la seconda dose. La speranza è che si torni presto a forniture normali”.

Fonte foto: ANSA
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