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Covid, lo smog non favorisce la diffusione del virus: la ricerca

Uno studio del Cnr e dell'Arpa Lombardia smentisce l'ipotesi che lo smog possa aver facilitato la trasmissione del coronavirus in Lombardia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Lo smog non agevola la diffusione del Covid-19. Una ricerca compiuta Cnr e dall’Arpa Lombardia, e riportata da Tgcom24, smentisce le ipotesi avanzate nelle prime fasi dell’epidemia, quando il territorio lombardo era il più colpito, secondo le quali l’inquinamento avrebbe potuto facilitare la propagazione del coronavirus.

Una supposizione che si basava sulla correlazione tra l’alto volume di particolato e i grandi numeri di casi di Covid-19 nel Nord Italia.

Lo studio effettuato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) delle sedi di Lecce e Bologna, e dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente-Arpa Lombardia ha però smentito questa eventualità.

La ricerca ha analizzato i dati dell’aria nelle città di Milano e Bergamo, tra le zone più colpite dal coronavirus, ipotizzando che, come ha spiegato Daniele Contini, ricercatore di Cnr-Isac, la “scarsa ventilazione e stabilità  atmosferica (tipiche del periodo invernale nella Pianura Padana) e il particolato atmosferico, cioè le particelle solide o liquide di sorgenti naturali e antropiche, presenti in atmosfera in elevate concentrazioni nel periodo invernale in Lombardia, possano favorire la trasmissione in aria del contagio“.

I risultati delle rilevazioni invece “mostrano concentrazioni molto basse, inferiori a una particella virale per metro cubo di aria – ha detto Contini -. Anche ipotizzando una quota di infetti pari al 10% della popolazione, 140mila persone per Milano e 12mila per Bergamo, quindi decupla rispetto a quella attualmente rilevata (circa 1%), sarebbero necessarie, in media, 38 ore a Milano e 61 a Bergamo per inspirare una singola particella virale” che d’altra parte “può non essere sufficiente a trasmettere il contagio”.

La conclusione dello studio è che, “la maggiore probabilità di trasmissione in aria del contagio, al di fuori di zone di assembramento, appare essenzialmente trascurabile“.

Fonte foto: ANSA

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