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Che virus è HMPV e quali sono i sintomi del Metapneumovirus umano? Le risposte di Matteo Bassetti

Tutto quello che c'è da sapere su HMPV: di che virus si tratta, chi è più a rischio, come intervenire? Le risposte di Matteo Bassetti

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L’allarme per il cosiddetto metapneumovirus cinese è arrivato anche in Italia, con i primi casi segnalati. In particolare stanno crescendo i contagi dovuti all’HMPV, la sigla che indica il metapneumovirus respiratorio umano che sta creando qualche difficoltà al sistema sanitario in Cina, a causa dell’alto numero di contagi. Ma di che virus parliamo? E quali sono i sintomi? Le risposte di Matteo Bassetti, infettivologo e direttore della Clinica Malattie infettive dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

Cos’è il virus HMPV

L’HMPV è un virus respiratorio, conosciuto almeno dal 2001, dunque non si tratta di una novità assoluta.

Al momento, però, la sua circolazione sta mettendo a dura prova il sistema sanitario in Cina e i primi casi circolano anche in Italia, dove si somma al virus influenzale e ad altri patogeni come il virus respiratorio sinciziale, oltre a qualche caso di Covid (seppure contenuto numericamente rispetto agli anni scorsi).

hmpv matteo bassetti
Matteo Bassetti, infettivologo e direttore della Clinica Malattie infettive dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova

Quali sono i sintomi e come si trasmette il metapneumovirus umano

Gli esperti in Italia rassicurano e non lanciano allarmi.

Come già chiarito dal virologo Fabrizio Pregliasco anche a Virgilio Notizie, si tratta di un virus già noto, che ha sintomi simili “all’influenza classica del periodo. Esiste, però, il rischio di complicanze, per cui non va sottovalutato”.

Quindi:

  • febbre
  • tosse
  • difficoltà respiratorie e respiro sibilante

Come chiarito da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, firmato da Francesco Branda dell’Università Campus Bio-Medico di Roma (primo autore) insieme all’epidemiologo Massimo Ciccozzi e a Fabio Scarpa, il virus si trasmette principalmente “tramite goccioline respiratorie, ma può anche essere trasmesso attraverso il contatto con le superfici contaminate”.

Come si cura l’HMPV

Come per l’influenza, non esiste una cura specifica, ma in genere si interviene sulla sintomatologia, con la somministrazione di antipiretici e antidolorifici, a seconda dei casi specifici.

Gli autori dello studio pubblicato su The Lancet sottolineato che sebbene non esista un trattamento antivirale specifico per il metapneumovirus, il trattamento sintomatico è generalmente efficace nella maggior parte dei casi.

E ancora, sottolineano i ricercatori: “Riflettendo sulle lezioni apprese dalla pandemia di Covid, dobbiamo riconoscere il ruolo fondamentale della condivisione dei dati nell’attenuare l’impatto di tali crisi. Mentre la rapida condivisione di dati epidemiologici ha aiutato a guidare le decisioni sulle misure di contenimento, sui test e sullo sviluppo di vaccini, ha anche sottolineato la necessità di quadri chiari e standardizzati per la raccolta e la diffusione dei dati”.

L’intervista a Matteo Bassetti

Si parla sempre più spesso dell’HMPV, il metapneumovirus umano. Perché c’è tanto allarmismo?

“Intanto va chiarito che questo virus non ha nulla a che fare con il Sars-CoV-2. Quello era nuovo e completamente sconosciuto, ed era arrivato come un fulmine a cielo sereno. Questo è ampiamente noto da molti anni e viene normalmente cercato nel caso di infezioni delle vie respiratorie”

Che diffusione ha oggi?

“Secondo i dati ufficiali si contano circa 500 casi di polmonite da metapneumovirus umano, specie nei pazienti oncologici, che sono anche i più a rischio. Non siamo a livelli di allarme, ma siccome sono circolate in rete immagini di ospedali cinesi sovraffollati a causa di infezioni di tipo respiratorio, la memoria è andata alle immagini dello stesso periodo di 5 anni fa. Ripeto, oggi ci troviamo di fronte a un virus a Rna ampiamento conosciuto”.

Qual è, dunque, il rischio principale oggi?

“Il pericolo è relativo a una eventuale circolazione epidemica di questo virus, che potrebbe creare problemi. Intanto perché non ha mai circolato in maniera epidemica, cioè con casi molto numerosi; un po’ anche per le caratteristiche di diffusione, per via aerea. Un altro fattore di apprensione è il fatto che non esistono vaccini né terapie specifiche. Sarebbe bene, quindi, che la circolazione si limitasse alla Cina, in modo endemico, altrimenti qualche difficoltà la potrebbe creare”.

Chi è più a rischio?

“Sicuramente può creare più problemi in soggetti che hanno meno difese immunitarie. Quindi pazienti oncologici, leucemici trapiantati o in chi è soggetto a terapie immunosoppressive. Chi ha la polmonite virale in questi contesti può avere un decorso peggiore rispetto agli altri. A rischio sono anche i bambini: in caso di infezioni delle alte vie respiratorie può dare bronchiolite, mentre alle basse vie il rischio è rappresentato da polmoniti. Tra l’altro quelle di origine virale, a differenza delle batteriche o influenzali, possono essere più gravi”.

Come intervenire, in maniera preventiva o per tamponare i sintomi della malattia? Insomma, se non esistono vaccini o terapie antivirali specifiche, come ci si cura? E come ci si difende in modo preventivo?

“In caso di circolazione epidemica uno strumento utile di prevenzione rimane la mascherina, insieme al lavaggio delle mani, che rappresentano misure universali sempre valide. La cura, invece, è solo sintomatologica. C’è un antivirale ad ampio spettro, che avevamo ipotizzato di usare in un primo tempo contro il Covid, ma come tutti gli antivirali, rispetto agli antibiotici per le forme batteriche, è meno performanti, dunque meno efficace ed efficiente. In caso di malattia, quindi, la si può gestire con cortisone, antinfiammatori, ossigenoterapia ed eventualmente ventilazione artificiale se occorresse”.

Spaventa l’idea che provenga dalla Cina, ma in realtà è un virus noto. Cosa ci ha insegnato la lezione Covid, che appunto ricorda i contagi iniziali proprio nel Paese asiatico?

“In realtà non abbiamo imparato a sufficienza: ancora oggi la gente tende a sminuire gli effetti di certe malattie, in modo negazionista. Credo che in questo caso non sia opportuno allarmarsi, né pensare che non si tratti di nulla. Occorrerebbe, invece, un giusto bilanciamento tra i due atteggiamenti”.

hmpv-matteo-bassetti Fonte foto: ANSA
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