Cosa è Hamas, cosa vuole ottenere, chi lo finanzia e chi lo ritiene un movimento terroristico
Cosa vuole ottenere Hamas, chi finanzia il movimento e chi lo ritiene una forza terroristica
Nelle scorse ore un massiccio attacco missilistico è stato lanciato dai fondamentalisti islamici di Hamas nella striscia di Gaza contro Israele: sono ore infernali in Medio Oriente. Ma cosa vuole Hamas? Chi governa il movimento? Quali sono i suoi obbiettivi?
Hamas: l’ala militare e l’ala politica
Hamas è l’acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya (Movimento Islamico di Resistenza) ed è un’organizzazione politica e paramilitare palestinese, islamista, sunnita e fondamentalista.
Al comando del movimento ci sono vertici politici e militari. Il fronte politico governa Gaza da quando nel 2006 Hamas ha trionfato nelle elezioni legislative (dal 2006 non ci sono più state tornate elettorali). Nella striscia di terra tra Egitto, Israele e il Mediterraneo dimorano circa 2 milioni di palestinesi.
Brigate Ezzedin al-Qassam è l’ala militare. Hamas, sia per quel che riguarda la parte politica, sia per quel che concerne la parte militare, è ritenuta una forza terroristica da diversi Paesi occidentali o alleati dell’Occidente, fra cui Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Giappone e Israele. Per Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda solo l’ala militare è considerata terroristica.
Cosa vuole ottenere Hamas
Hamas esiste dal 1987. Nacque grazie alla volontà dello sceicco Ahmad Yassin. Il movimento ha lo scopo di combattere Israele con azioni terroristiche. La carta costitutiva di Hamas sostiene che “non esiste soluzione alla questione palestinese se non nella guerra santa” e ha il fine di far sì che la Palestina rientri nei confini che c’erano prima del 1948. Dunque mira a rientrare nello stato di Israele odierno.
Nel 2009 Khaled Meshal, capo dell’ala politica di Hamas, fece un piccolo passo indietro rispetto agli obbiettivi iniziali, dichiarando di prendere in considerazione una soluzione che includesse uno stato palestinese con Gerusalemme est come capitale “sui confini del 1967” e non su quelli del 1948.
Dunque rivendicò tutti i territori della Cisgiordania e di Gaza, cioè quelle terre che Israele inglobò nel 1967 nella guerra dei Sei Giorni e che da allora governa (esclusa la striscia di Gaza e il 20 per cento circa della Cisgiordania).
Lo sceicco Yassin disse che allora era alquanto difficoltoso pensare alla liberazione di “tutta la nostra nazione, per cui accetteremmo una liberazione per fasi”.
I finanziatori di Hamas
Chi finanzia Hamas? Arabia Saudita e Siria furono i primi stati a fornire fondi. In seguito, il principale finanziatore è divenuto l’Iran, che dona una media di 100 milioni di dollari l’anno in denaro, oltre a dare aiuti umanitari e armi.
Hamas può contare anche sugli aiuti del Qatar e di altri Paesi arabi. Inoltre, Hamas, indirettamente, si serve delle donazioni umanitarie inviate a Gaza dall’Onu, dall’Unione Europea, dalla Norvegia, dal Giappone, dall’Australia e da altre nazioni.
Paradossalmente c’è anche Israele a finanziare indirettamente il movimento. Motivo? Lo stato ebraico trasferisce a Gaza i salari delle migliaia di palestinesi che lavorano come pendolari nei suoi territori. Tale cooperazione economica viene annullata per lunghi periodi quando la guerra e gli attacchi terroristici riprendono quota, come in queste ore.