Coronavirus, "stava morendo, salvo grazie al plasma": la storia
Il racconto di Barbara, moglie di Mario: "Gli avevano dato tre ore di vita"
Negli ultimi giorni si è acceso il dibattito sulla cura al plasma (nel gergo medico, plasma iperimmune). Ne hanno parlato tutti i più importanti esperti, da Giuseppe De Donno a Ilaria Capua. Le posizioni non sono tutte allineate e concordi, e a creare confusione nell’opinione pubblica ci ha pensato anche una bufala diffusasi su Whatsapp e denunciata dal virologo Roberto Burioni.
Dalla Lombardia, però, arriva la testimonianza di un paziente che, grazie a questa cura, avrebbe sconfitto il coronavirus.
“Mio marito ha 53 anni, si è ammalato a inizio marzo e in pochi giorni si è aggravato – racconta Barbara, moglie di Mario -. A Bergamo non c’era posto, quindi lo hanno spostato a Mantova. Al pronto soccorso gli davano tre ore di vita, mi hanno detto che non sarebbe arrivato alla mattina seguente”.
“Quando siamo arrivati a Mantova – continua la signora – i dottori mi hanno informato che l’unica soluzione possibile sarebbe stata un tentativo con l’iperimmune, così i medici chiamano il plasma”.
La cura ha dato i risultati sperati: “Dopo la prima sacca, Mario si è svegliato dal coma. Dopo la seconda lo hanno estubato e con la terza è riuscito a parlare“.
A distanza di tempo, “Mario sta meglio, si è negativizzato, non ha problemi ai polmoni e non ha avuto effetti collaterali. Se fosse rimasto a Bergamo – conclude la moglie – senza il plasma, mio marito sarebbe morto“.
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