Mauro Rango e la cura al plasma su Whatsapp: interviene Burioni
Il virologo: "Si tratta di una bufala, siate capaci di distinguere da soli le sciocchezze dalle cose serie"
Martedì 5 maggio ha iniziato a circolare molto velocemente, su Whatsapp, un messaggio di Mauro Rango, dottore che lavora alle Mauritius, determinato a condividere un suo pensiero per correggere il virologo Roberto Burioni, reo di aver “parlato male” della cura al plasma in merito al coronavirus nella trasmissione ‘Che tempo che fa’, condotta da Fabio Fazio.
Si tratta di una bufala, ed è anche lo stesso Burioni a scriverlo sulle sue pagine social: “Oggi – ha pubblicato su Facebook – è la giornata del Whatsapp di Mauro Rango che da isole lontane ci comunica che la cura già esiste, ma non ce lo dicono. Per piacere, diventate capaci di distinguere da soli le sciocchezze dalle cose serie, soprattutto se siete miei colleghi. E se vi rendete conto che sono sciocchezze non le diffondete. Il Paese sta attraversando un momento difficile e l’ultima cosa di cui ha bisogno sono false notizie che possono disorientare i cittadini”.
Nel suo messaggio, infatti, l’inesistente Mauro Rango scrive che, insieme ad altri colleghi, da mesi cerca di “inutilmente” di fare arrivare ai media “queste informazioni. La terribile realtà, difficilissima da accettare, è che migliaia di vite si sarebbero potute salvare con farmaci e strumenti già in possesso e in uso in Italia. Farmaci e strumenti che hanno il grave difetto di costare pochissimo“.
Sulla vicenda è intervenuto anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano: “È incredibile il clima da stadio che si è scatenato sul plasma iperimmune donato dai pazienti guariti da Covid-19 per aiutare altri malati. Si tratta di un approccio con 100 anni di storia, sperimentato in uno studio italiano pionieristico ma anche nel resto del mondo, e che va validato come tutte le terapie. Il complottismo dice che è una terapia quasi fatta in casa, ma invece si tratta di un prodotto che va lavorato e standardizzato, dunque già coinvolge e coinvolgerà ancor di più in futuro le aziende farmaceutiche“.