Malattia Kawasaki nei bimbi a Bergamo: casi aumentati 30 volte
Rispetto al passato i sintomi della sindrome sono più gravi: lo studio
Il nuovo coronavirus potrebbe essere legato alla Malattia di Kawasaki nei bambini. Lo conferma il report, ripreso dall’Ansa, pubblicato su Lancet dai pediatri del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, basato sulla descrizione di 10 casi osservati da febbraio ad aprile, di cui 8 positivi al virus.
In quell’area dal 2015 all’inizio del 2020 ci sono stati in media meno di 4 casi l’anno, contro i 10 casi di malattia tra il 18 febbraio e il 20 aprile: 30 volte di più del consueto.
Di questi 10 bimbi, 8 sono risultati positivi al coronavirus, ma gli autori ipotizzano che gli altri 2 casi siano dei falsi negativi.
Rispetto ai casi dei 5 anni precedenti, i 10 del 2020 sono risultati in media più gravi, con più complicanze a livello cardiaco. Anche l’età media dei pazienti è diversa dal consueto.
Gli autori dello studio dicono di aver dimostrato una associazione tra il coronavirus e una condizione infiammatoria simile alla Malattia di Kawasaki nella provincia di Bergamo.
“Simile” perché i sintomi sono differenti e più gravi rispetto alla patologia come conosciuta finora.
“Stiamo iniziando a vedere casi di pazienti che arrivano in ospedale con i segni della Malattia di Kawasaki anche in altre aree duramente colpite dalla pandemia, come New York e l’Inghilterra Sud-Orientale – afferma l’autore principale del lavoro Lorenzo D’Antiga -. Il nostro studio fornisce la prima chiara evidenza di un legame tra l’infezione da SARS-CoV-2 e questa condizione infiammatoria”.
“Nella nostra esperienza – afferma un altro autore, Annalisa Gervasoni – solo una quota molto ridotta di bambini con SARS-CoV-2 sviluppa i sintomi della malattia di Kawasaki. Comunque – conclude – è importante capire le conseguenze del virus nei bambini, specie ora che i paesi si avviano all’allentamento delle misure di lockdown”.