Coronavirus, geloni nei bambini: aumentano i casi. L'ipotesi
Dall'8 al 27 aprile 2020 sono state segnalate lesioni agli arti inferiori simili ai geloni in 100 bambini
Sono in aumento le segnalazioni di lesioni agli arti inferiori dei bambini, simili ai geloni, che, secondo i pediatri, potrebbero in qualche modo essere correlate al coronavirus. In 20 giorni sono stati segnalati dalla rete dei pediatri di famiglia 100 casi di ‘erythema pernio-like‘, simili ai geloni.
Il segretario nazionale delle Attività Scientifiche ed Etiche della Federazione italiana medici pediatri Fimp, Mattia Doria, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’: “Registriamo un’anomala frequenza dei cosiddetti geloni.
Poi ha detto: “Se fosse confermato il legame con il nuovo coronavirus, la manifestazione dei sintomi potrebbe diventare indicatore di caso sospetto“.
Mattia Doria ha aggiunto di non sapere “se queste lesioni possano essere correlate all’epidemia di Covid-19. Solo alcuni dei pazienti osservati, per lo più privi di altri sintomi, hanno avuto la possibilità di accertamenti di laboratorio”.
Poi ha aggiunto: “Tuttavia, la coincidenza cronologica dei due eventi e la possibilità che fra i meccanismi patogenetici della infezione da Covid-19 possano rientrare alterazioni vascolari, lascia spazio alla non ancora verificata ipotesi che la comparsa di lesioni a carico delle estremità Erythema Pernio-Like possa rappresentare una espressione cutanea di questa infezione nel bambino”.
Mattia Doria ha poi ricordato che tale quadro “sarebbe compatibile con la manifestazione della malattia nell’adulto: lesioni dermatologiche sui piedi sono state osservate in molti pazienti ricoverati con Covid-19, in Italia, Cina, Spagna e Francia. Un’ipotesi peraltro confermata da un gruppo di studio di dermatologi spagnoli e pubblicata dal British Journal of Dermatology”.
Come sottolineato dall’esperto, “i geloni sono un problema poco comune in età pediatrica nella stagione invernale e residuale in primavera, nonché mai osservato con questa incidenza”.
Ancora Mattia Doria: “Nel periodo compreso tra l’8 e il 27 aprile 2020, sono state raccolte le schede di 100 bambini e adolescenti nei quali si erano registrate lesioni simili. In appena il 14%, però, è stato possibile effettuare un tampone rinofaringeo per Sars-Cov-2 e di questi solo un bambino è risultato positivo”.
L’esperto ha concluso: “Occorreranno certo maggiori studi clinici ed epidemiologici per verificare la possibile correlazione fra insorgenza di lesioni Erythema Pernio-like, mai osservate in questa misura prima del febbraio 2020, e l’infezione da Covid-19, e magari per usare la manifestazione cutanea come campanello d’allarme di una positività. I pediatri di famiglia continueranno a monitorare il fenomeno”.