Coronavirus, cos'è e come funziona il tampone
Come viene raccolto il campione su cui verrà fatta l'analisi per verificare la presenza del coronavirus
Una delle parole più ricorrenti nel racconto dell’emergenza coronavirus in Italia è “tampone“, lo strumento utilizzato per effettuare il test per verificare l’eventuale contagio di una persona. Ma in cosa consiste il tampone e come funziona il test?
Il tampone faringeo è un bastoncino con un’estremità ricoperta di cotone, simile al comune cotton-fioc. Serve per raccogliere campioni di muco e saliva dalla mucosa della faringe: i campioni verranno poi analizzati per cercare la presenza delle particelle del virus.
Il test è molto veloce e indolore: il medico introduce il tampone nel cavo orale del paziente e passa brevemente la parte ricoperta di cotone sulla mucosa, raccogliendo campioni di muco e saliva.
Il bastoncino viene quindi inserito in un contenitore apposito con la parte che contiene il campione immerso in un gel che ne permette la conservazione. Il contenitore deve poi rimanere a una temperatura di 4° C.
Il tampone con il campione raccolto viene quindi inviato ad uno dei laboratori specializzati attrezzati per la ricerca del coronavirus, come l’ospedale Spallanzani di Roma o il Sacco di Milano.
I tecnici di laboratorio effettuano l’analisi del campione per verificare la presenza del virus. Questo passaggio richiede dalle 4 alle 6 ore. In caso di risultato positivo, il protocollo prevede un secondo test per confermare il contagio in modo definitivo.