Civitanova Marche, chi era Filippo Ferlazzo: l'assassino fu in cura per droga, soffriva di problemi mentali
Affetto da sindrome bipolare, aveva affrontato la separazione dei genitori ed era stato ricoverato per due anni a Lecce in una comunità di recupero
La brutale aggressione ai danni dell’ambulante Alika Ogorchukwu, a Civitanova Marche, in provincia di Macerata, ha acceso i riflettori della cronaca sull’uomo responsabile della fatale violenza.
Si chiama Filippo Ferlazzo, 32 anni a dicembre, originario di Salerno. L’omicida si era trasferito in un’altra regione dove aveva trovato lavoro in un’azienda che produce stampi e lame metallici.
Ma la vita, che sembrava, con un lavoro e una relazione – quella con la fidanzata, Elena – aver finalmente preso la direzione giusta è franata nei pochi istanti che sono bastati, a Ferlazzo, per perdere il controllo e picchiare, fino a tramortire, l’ambulante, armato della sua stessa (di Alika) stampella.
Cosa significa che la vita di Ferlazzo aveva “finalmente” preso la giusta direzione? Qual è il passato dell’uomo? Poco a poco il nudo fatto di cronaca si riveste di dettagli, quelli riguardanti la storia di Ferlazzo e la vita di chi gli stava intorno.
- Chi era Filippo Ferlazzo: età, da dove veniva, i problemi di droga e la sindrome bipolare
- Che cos'è la sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline
- Uccisione ambulante a Civitanova Marche: la madre era amministratrice di sostegno dell'assassino
Chi era Filippo Ferlazzo: età, da dove veniva, i problemi di droga e la sindrome bipolare
Ferlazzo abitava a Civitanova Marche, dopo aver lasciato Salerno da quasi un anno. A Salerno Ferlazzo aveva avuto quella che la madre ha definito “adolescenza terribile”. Segnata forse dalla separazione dei genitori e da problemi di droga e psichiatrici. Quando era un ragazzo, Ferlazzo era stato in una comunità di Lecce, dove si era sottoposto a un ciclo di cure durato due anni. Con Elena si erano invece conosciuti alla mensa della Caritas di Civitanova Marche.
I problemi psichiatrici invece erano rimasti: sono stati descritti come una sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline di personalità, che ha portato Ferlazzo a essere sottoposto a un Tso e a frequenti visite al pronto soccorso – due di seguito solo ad aprile – alle quali il paziente reagiva anche fuggendo.
Una volta è stato riaccompagnato in ospedale, dopo una fuga, da due carabinieri, e sottoposto a controllo psichiatrico.
Che cos’è la sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline
Sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline significa che il trentenne è sostanzialmente insofferente ai fattori di stress, ai quali risponde con aggressività. Così è stato nel caso di Alika, che gli aveva chiesto una moneta o un pacco di fazzoletti.
Uccisione ambulante a Civitanova Marche: la madre era amministratrice di sostegno dell’assassino
La signora Ursula era amministratrice di sostegno del figlio. Significa che avrebbe dovuto controllare i suoi eccessi.
I dottori avevano previsto a Ferlazzo farmaci a lento rilascio, come alternativa a una terapia che gli eccessi del salernitano rendevano troppo discontinua. Non è detto che il trentenne, però, assumesse con regolarità le medicine.