Cina inizia operazioni militari e lancio di missili verso Taiwan: preoccupazioni per una nuova guerra in Asia
Tensione alle stelle tra Cina e Taiwan, con Pechino che avvia le operazioni militari promesse come risposta alla visita sull'isola di Nancy Pelosi
Sono iniziate alle ore 12, le 6 del mattino in Italia, le più grandi esercitazioni militari mai fatte vicino a Taiwan come risposta della Cina continentale alle tensioni nate dopo la visita sull’isola di Nancy Pelosi, speaker della Camera statunitense.
- Jet e missili attorno a Taiwan: via alle operazioni militari della Cina
- Taiwan pronta a rispondere alle "attività irrazionali" della Cina
- Unione Europa preoccupata per un'escalation: parla Josep Borrell
- Rischio di una guerra aperta con gli altri Paesi del Sud Est asiatico
Jet e missili attorno a Taiwan: via alle operazioni militari della Cina
I media di regime parlano di “manovre militari e di addestramento su vasta scala”, che includono lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missili in sei aree marittime off limits alla navigazione e al sorvolo.
Pechino mostra i muscoli schierando l’Esercito Popolare di Liberazione nelle acque territoriali e interne di Taiwan e nella zona economica esclusiva del Giappone.
Taiwan pronta a rispondere alle “attività irrazionali” della Cina
Le forze armate di Taipei, di tutta risposta, hanno fatto sapere di monitorare attentamente la situazione e di essere pronte ad “attività irrazionali” da parte della Repubblica Popolare Cinese.
Le esercitazioni militari avrebbero – lo si legge in una del il ministero della Difesa taiwanese – “l’obiettivo di cambiare lo status quo e di destabilizzare la sicurezza della regione”.
“Non cerchiamo l’escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità” viene fatto sapere dal governo locale.
“Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l’atteggiamento di non intensificare i conflitti e non causare controversie”, recita ancora il comunicato.
Unione Europa preoccupata per un’escalation: parla Josep Borrell
C’è apprensione nel resto del mondo per una escalation bellica che potrebbe portare allo scoppio di una guerra in Estremo Oriente, con effetti distruttivi sull’economia globale.
Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, ha condannato le esercitazioni militari mirate della Cina.
Sottolineando che le azioni della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi non possono essere un valido motivo per l’inizio di un conflitto.
“Non c’è alcuna giustificazione per usare una visita come pretesto per un’attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan”, ha fatto sapere via Twitter.
“È normale e di routine per i legislatori dei nostri Paesi viaggiare a livello internazionale. Incoraggiamo tutte le parti a mantenere la calma, esercitare moderazione e agire con trasparenza”, ha sottolineato.
Rischio di una guerra aperta con gli altri Paesi del Sud Est asiatico
I ministri degli Esteri dell’Associazione delle Nazioni del Sud Est asiatico (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam) hanno firmato una nota congiunta.
Attraverso il comunicato stampa si sono detti preoccupati per la possibilità che la crescente tensione tra Pechino e Taipei possa innescare un effetto domino sull’area.
La situazione “potrebbe destabilizzare la regione e alla fine potrebbe portare a errori di calcolo, gravi confronti, conflitti aperti e conseguenze imprevedibili tra le principali potenze”.