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Caso Ilaria Salis, padre furioso con ambasciata italiana: "Torturata per 35 giorni, non hanno alzato un dito"

Duro sfogo di Roberto Salis, padre di Ilaria, che attacca l'ambasciata italiana e denuncia le condizioni igienico-sanitarie e i soprusi subiti dalla figlia in cella

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Il caso di Ilaria Salis, la maestra elementare milanese in carcere a Budapest da febbraio 2023, fa rumore dopo che la donna si è presentata lunedì 29 gennaio in manette e catene nell’ultima udienza del processo in Tribunale. La 39enne, che è accusata di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra insieme ad un gruppo di estrema sinistra, sarebbe stata sottoposta a condizioni igienico-sanitarie al limite e il padre Roberto Salis, intervenuto a Quarta Repubblica, ha puntato il dito contro l’ambasciata italiana.

Lo sfogo di Roberto Salis sulle condizioni di Ilaria

Mentre le immagini che arrivano da Budapest fanno discutere, con la 39enne entrata in aula con mani e piedi legati e tenuta da due agenti di scorta in mimetica e giubbotto antiproiettile, il padre di Ilaria Salis, Roberto, denuncia le torture subite dalla figlia in carcere in Ungheria. Nel corso di Quarta Repubblica, infatti, il papà ha raccontato tutti i soprusi subiti dalla figlia da febbraio 2023 a oggi.

“Mia figlia è stata torturata per 35 giorni” il duro sfogo di Roberto Salis, che racconta come Ilaria sia stata lasciata con i vestiti sporchi, senza carta igienica e anche senza sapone e assorbenti quando aveva il ciclo. E prima che l’ambasciata riuscisse a consegnarle un pacco sarebbero passati 35 giorni.

Salis, ha raccontato il padre, “doveva utilizzare uno dei capi di abbigliamento che aveva addosso per asciugarsi dopo la doccia perché non aveva a disposizione un asciugamano“. Condizioni igienico-sanitarie al limite che sono state apprese dal papà soltanto il 12 ottobre, quando Ilaria è riuscita a mandare una lettera ai suoi avvocati in cui ha descritto tutto quello che stava passando in cella in Ungheria.

L’accusa di Salis all’ambasciata italiana

E Roberto Salis nel suo sfogo a Quarta Repubblica punta il dito contro l’ambasciata italiana che “non ha sollevato un dito“. Secondo il padre di Ilaria, infatti, quello portato avanti dall’ambasciata in Ungheria non è stato un buon lavoro.

L’uomo, infatti, racconta di aver assistito a 4/5 udienze in cui Ilaria era trattata in quel modo e gli addetti dell’ambasciata erano lì e “non hanno sollevato un dito”.

“Lo hanno fatto soltanto nel momento in cui io sono riuscito a portare finalmente oggi una troupe televisiva” provoca Salis.

L’incontro con Nordio per riportare Ilaria a casa

E intanto tra i soprusi, le condizioni igienico-sanitarie al limite e l’arrivo di Ilaria Salis in udienza con catene a mani e piedi, Roberto ha incontrato il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

“Sono stato ricevuto dal ministro, Abbiamo avuto un colloquio, abbiamo impostato una strategia per cercare di portare Ilaria a casa” ha spiegato nel corso della trasmissione.

Un incontro che ha portato a una pianificazione dei prossimi passi, con Roberto Salis che ha chiesto di creare un team di persone che “hanno le deleghe per poter decidere e per portare avanti le azioni che sono necessarie”. “Adesso il tempo delle chiacchiere deve finire e dobbiamo passare al tempo dei fatti”, il monito di Salis.

Fonte foto: ANSA

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