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Casi di peste suina in un allevamento a Zinasco vicino Pavia: mancata segnalazione, indagate due persone

Sospetto focolaio in un allevamento nel Pavese: un veterinario e un allevatore indagati per mancata segnalazione dei casi di peste suina

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Ritorna l’ombra della peste suina con possibili casi in un’azienda di allevamento sita a Zinasco, nella provincia di Pavia. La vicenda ha messo nei guai due persone, un veterinario e un allevatore, che sono finiti sotto indagine. L’accusa mossa nei loro confronti è quella di aver omesso di segnalare i primi e sospetti decessi degli animali, verificatisi ad inizio agosto.

L’inchiesta

L’inchiesta in corso ha già messo sotto i riflettori i due indagati, che hanno reso conto delle loro azioni agli inquirenti.

Nel frattempo, le autorità hanno preso ulteriori misure drastiche: gli allevamenti di maiali in prossimità di quello incriminato sono stati posti sotto sequestro, un tentativo di contenere la diffusione della peste suina e di arginare il suo impatto devastante.


I focolai di peste suina si sono verificati a Zinasco nella provincia di Pavia

L’allarme della Regione

La situazione si è rapidamente deteriorata, tanto che la Regione Lombardia ha sollevato l’allarme, dichiarando che l’attenzione è stata portata ai massimi livelli.

Il servizio veterinario regionale è entrato in azione, sorvegliando costantemente l’evolversi della crisi. In una zona ristretta entro 10 chilometri dai centri infetti, ogni movimento di suini, sia in entrata che in uscita, è stato interdetto.

Altrove nel territorio pavese e lombardo, qualsiasi movimento di suini è strettamente vincolato all’esito positivo di ispezioni cliniche e analisi di materiale biologico.

I focolai

L’epicentro dell’epidemia sembra localizzarsi a Zinasco, dove si sono verificati due focolai confermati di peste suina. Il Consigliere Regionale per l’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha manifestato la necessità di una comunicazione chiara e di condotte responsabili.

Il Consigliere ha sottolineato che le regole, in questo caso, sono nitide quanto necessarie. Il successo delle misure di contenimento si dimostra vano se comportamenti irresponsabili e mancati allarmi alle autorità sanitarie ostacolano un intervento celere.

Questa negligenza minaccia di sconvolgere l’intera industria suinicola della regione, ha chiarito Beduschi, gettando un’ombra ancora più oscura sul futuro.

I casi a Roma

Di recente la peste suina ha investito la sovrappopolazione di cinghiali a Roma, con due esemplari morti per questa patologia nel parco dell’Insugherata e a Casal del Marmo.

I cinghiali sono risultati positivi ai test della peste suina africana e la Coldiretti Lazio ha espresso preoccupazione, sottolineando il mancato rispetto delle misure di depopolamento e controllo.

Il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, era intervenuto affermando che misure sanitarie sarebbero state adottate in maniera tempestiva, per evitare l’aggravamento della situazione.

Fonte foto: iStock

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