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Peste suina, contagi in aumento: quali sono le regioni più a rischio e i pericoli per l'uomo

Cresce la preoccupazione per l'aumento dei casi di peste suina tra i cinghiali: ecco perché il fenomeno sta allarmando la filiera degli allevamenti

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Continuano a crescere nel Nord Italia i casi di peste suina tra i cinghiali. A poco più di un anno dal primo contagio accertato nell’Alessandrino, le regioni più colpite restano Piemonte e Liguria. Nonostante la rete di contenimento stabilita per cingere la zona rossa, sarebbero stati riscontrati casi anche al di fuori del suo perimetro. E ad oggi gli abbattimenti sarebbero ancora fermi a un quinto rispetto a quanto pianificato, ossia circa 10mila su 50mila.

Condizioni ideali per la diffusione della peste suina

Il bollettino dell’Istituto Zooprofilattico del 18 gennaio ha registrato altri 11 casi: 8 in provincia di Alessandria e 3 in quella di Savona. La morsa del virus sembra quindi non si stia attenuando. Il timore è che si possa diffondere all’interno dei grandi allevamenti di maiali. Lo stop alla reintroduzione di nuovi capi è per stato questo recentemente prorogato fino al mese di aprile.

L’auspicio del commissario straordinario all’emergenza della peste suina, Angelo Ferrari, è quello di far ripartire gli allevamenti entro l’anno. Ma attualmente la situazione, dal punto di vista delle temperature, favorisce la propagazione del virus. A provocare l’aumento dei casi tra i cinghiali è infatti il freddo.

peste suina casi in aumentoFonte foto: ANSA

“Era previsto – ha spiegato Ferrari – le condizioni sono ideali perché si diffondano i contagi e la malattia si sta spostando verso il Cuneese, ricca di allevamenti suini”. E, spiegando che oltre a recinzione e rigore nei controlli servono molti più soldi, ha aggiunto: “Con questo virus non si può convivere, va eradicato“.

Cosa è la peste suina

La peste suina è un’infezione virale molto trasmissibile, e spesso anche mortale, che colpisce i suini domestici e selvatici, quindi sia maiali che cinghiali. Ad oggi i casi registrati in Italia hanno riguardato soprattutto questi ultimi, che contraggono la malattia pascolando, quando entrano in contatto con animali infetti o quando mangiano cibo infetti.

Proprio la circolazione dei suini ammalati e lo smaltimento non adeguato delle carcasse sono tra le maggiori cause di diffusione dei contagi.

L’epidemia di peste suina è esplosa nel 2014 in alcuni Paesi dell’Est dell’Unione europea e da allora la malattia si è diffusa in altri Stati membri. Da gennaio 2022 è stata confermata in diversi cinghiali in Piemonte, nella provincia di Alessandria, e in Liguria, nelle provincie di Genova e Savona.

Il 5 maggio dello scorso anno è stata riscontrata anche anche nel Lazio. Prima dell’esplosione dei casi in Italia la malattia era presente soltanto in Sardegna, dove negli ultimi anni si è tuttavia registrato un costante miglioramento della situazione.

Cosa rischia l’uomo

La peste suina, pur essendo altamente contagiosa e spesso letale tra gli animali, non è fortunatamente trasmissibile all’uomo. L’allarme è in essere per l’enorme impatto economico che la malattia ha sul settore zootecnico. Gli abbattimenti di interi allevamenti comportano infatti gravi perdite nella filiera.

Come riferito dal commissario straordinario all’emergenza Angelo Ferrari “già oggi costa alla suinicoltura italiana 20 milioni di euro al mese di export mancato, se arrivasse tra i maiali si perderebbero punti di Pil”. La raccomandazione del ministero della Salute ad allevatori, cacciatori, veterinari e turisti è quella di gettare sempre i residui di carne fresca o stagionata di suino in contenitori chiusi.

peste-suina-contagi-aumentano Fonte foto: ANSA
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