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Braccianti a Latina contro il caporalato in nome di Satnam Singh: 5.000 in piazza, al via le raccolte fondi

A Latina hanno sfilato 5.000 braccianti indiani, accompagnati da sindacalisti e politici. Il comune di Cisterna di Latina e la Cgil hanno avviato due raccolte fondi per i familiari di Satnam Singh

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Almeno 5.000 fra braccianti, cittadini, sindacalisti e politici hanno sfilato per le strade di Latina nella giornata di martedì 25 giugno per protestare contro il caporalato, moderna forma di schiavitù. La manifestazione è stata organizzata per ricordare Satnam Singh, il lavoratore indiano di 31 anni rimasto mutilato e poi morto mentre era impiegato in nero in un campo. Per l’occasione Cisl, Uil e Usb hanno proclamato uno sciopero per tutta la giornata nel comparto agricolo della provincia di Latina.

La protesta della comunità indiana

Era dai tempi di Rosarno che non si vedevano così tanti braccianti sfilare in strada in segno di protesta. Ma a Rosarno, 15 anni fa, nel gennaio del 2010, gli animi si incendiarono. La protesta della comunità indiana (composta per la maggior parte da sikh) della provincia di Latina è stata invece pacifica.

Sulla morte di Satnam la procura ha avviato un’indagine, ma quello che appare già certo è che il giovane non è stato portato in ospedale: Satnam è stato scaricato davanti casa sua e lasciato in strada con il braccio amputato riposto in una cassetta per la raccolta della frutta.

Il titolare dell’azienda agricola è ora indagato per omicidio colposo. “Vogliamo diritti sul lavoro. Vogliamo giustizia. Vogliamo che quello che è accaduto a Satnam non succeda più”, ha detto il presidente della comunità indiana del Lazio, Gurmukh Sing.

Opposizioni in piazza con i braccianti

In piazza con i braccianti c’erano anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. C’era poi anche la sindaca di Latina, Matilde Celentano, di Fratelli d’Italia e poi anche diversi esponenti politici di Pd e M5S. C’era anche Ignazio Marino, ex sindaco di Roma e oggi europarlamentare con Avs. In piazza anche folte rappresentanze sindacali.

“Tutte le istituzioni devono fare uno scatto in avanti contro questa piaga, perché Satnam Singh purtroppo non è un caso isolato. C’è un sistema strutturale di sfruttamento e di caporalato che va combattuto”. Così ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. “Nei prossimi giorni presenteremo la nostra proposta per abolire la Bossi-Fini e riscriverla integralmente, perché è una legge che provoca irregolarità. E l’irregolarità, come insegna questa tragedia e questo omicidio, causa precarietà, sfruttamento e ricattabilità sulla pelle delle persone come Satnam Singh”, ha aggiunto la segretaria del PD.

“Siamo tutti responsabili del fenomeno del caporalato, le istituzioni, gli enti, i cittadini che preferiscono non vedere”, ha fatto mea culpa la sindaca di Latina Matilde Celentano. “La patente di terra di caporali non ci appartiene. Questa è una terra di migranti, di gente che è venuta a cercare una condizione migliore”, ha aggiunto. “Quella contro il caporalato è una guerra di civiltà da combattere tutti insieme”, ha concluso.

“Quel che è accaduto non è una disgrazia, è il risultato di un fenomeno noto. A volte vedo nel Governo la volontà di criminalizzare chi lavora, ci vorrebbe un po’ di decenza”, ha attaccato Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra.

Il caso della bandiera della Lega

L’agenzia LaPresse ha intervistato un attivista della Lega che ha accusato la Digos di averlo costretto a nascondere la bandiera del suo partito di riferimento: “La Digos mi ha fatto togliere la bandiera, non so perché, sono un attivista e un iscritto e purtroppo non posso manifestare il mio disappunto”.

“La Lega è il primo partito che difende questa gente perché noi vogliamo che quando entrano questi poveri cristi lo facciano con un contratto di lavoro regolarizzato e con l’indirizzo dove abitano e tutti quanti i documenti a posto. Invece li fanno entrare clandestinamente, sono invisibili e li sfruttano”, ha aggiunto.

Raccolta fondi per la famiglia di Satnam Singh

Il comune di Cisterna di Latina ha avviato una raccolta fondi presso il Tesoriere Comunale – Banca Popolare del Lazio – Agenzia 1 di Velletri.

  • causale > “Per i familiari di Satnam Singh”
  • Iban > IT21N0510439499CC0100526300

Maggiori informazioni sul sito ufficiale del comune (sezione “Comunicati stampa”, news del 25/06/2024).

Anche la Cgil ha avviato una raccolta fondi, sul Conto Bper intestato alla Cgil di Roma e del Lazio:

  • causale > “Fondo sostegno famiglia Satnam Singh”
  • Iban > IT16L0538703207000035325085

Fonte foto: ANSA

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