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Fondi russi alla Lega: la stretta del Copasir su Matteo Salvini

La vicenda potrebbe finire in mano al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Enrico Borghi, membro del Copasir in quota Pd, è intervenuto stamattina alla Camera in merito alla richiesta a Matteo Salvini di riferire in Parlamento sul caso dei presunti fondi russi alla Lega. “Prendiamo atto che il presidente della Camera Roberto Fico ha dichiarato di non avere ancora risposte”, ma “chiediamo che questa dichiarazione venga fatta in Aula alla ripresa dei lavori”, ha dichiarato.

“Quando i gruppi chiedono informative e reiteratamente intervengono sull’ordine di lavoro, crediamo sia necessaria una risposta formale“, ha detto a Montecitorio il deputatato dem. “Chiedo di poter avvisare Roberto Fico affinché venga in Aula nel pomeriggio e ci comunichi formalmente qual è lo stato dell’arte in ordine alla nostra richiesta. L’atteggiamento del Pd su dl Sicurezza sarà direttamente proporzionale a quello che riteniamo uno sfregio istituzionale”.

Enrico Borghi, in un’intervista pubblicata in mattinata da Repubblica ha dichiarato: “Nelle prossime ore ci confronteremo con tutte le forze di maggioranza per decidere quale strumento tecnico, tra la commissione parlamentare d’inchiesta e l’indagine conoscitiva, sia migliore per andare fino in fondo su Moscopoli“, la vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. “Ma una cosa è certa: non ci fermeremo, Matteo Salvini non riuscirà a far passare tutto in cavalleria“.

“Vogliamo accertare se dietro quegli eventi esista un problema di sicurezza nazionale”, ha spiegato il deputato. “Se Matteo Salvini avesse risposto da ministro alle Camere, non ci sarebbe stato bisogno di procedere con una commissione. Ma sfugge alla verità e ci costringe a percorrere questa strada. Non potrà più sottrarsi alle domande”.

Gianluca Savoini, uno dei principali collaboratori del leader della Lega, fu portato a Mosca dall’allora ministro dell’Interno e vicepremier durante visite istituzionali. Fu fatto sedere a tavoli ufficiali. Poi un giorno andò in un hotel moscovita”, il Metropol, “a trattare con personalità russe, con modalità discutibili messe in luce da tutti i giornali del mondo”, ha spiegato il membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

“Ora: Matteo Salvini era a conoscenza di tutto questo? E a quale titolo Gianluca Savoini si è seduto a quel tavolo?”, ha domandato Enrico Borghi. “Non dobbiamo accertare reati, a quello ci penserà la magistratura. Vogliamo affrontare Moscopoli dal punto di vista della lealtà istituzionale e della sicurezza nazionale”.

“Alla luce di quegli interrogativi”, ha proseguito il parlamentare, “vogliamo capire se ci sono stati comportamenti equivoci da parte di chi rappresentava le istituzioni e intratteneva rapporti con uno Stato che non fa parte del nostro sistema di alleanza e di difesa. Qualche ente straniero ha provato a inquinare il clima politico italiano? Ad interferire nel voto degli italiani? La magistratura non indaga su questo”, ha concluso.

Fonte foto: Ansa

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