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Bimbo in stato vegetativo da 7 anni per formaggio contaminato: risarcimento di un milione di euro

È stato stabilito il risarcimento di un milione di euro per un bambino che si trova in stato vegetativo dal 2017, a causa dell'ingestione di un pezzo di formaggio contaminato

Pubblicato:

Paola Palazzo

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Su Virgilio Notizie si occupa di vari settori, dalla cronaca alla cultura, ma la sua più grande passione sono la moda e le tendenze. Durante il Master di Giornalismo alla Lumsa di Roma, muove i primi passi nelle redazioni di testate online e televisive. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali nazionali e locali

Un caseificio trentino è stato condannato per lesioni gravissime a un bambino, finito in coma dopo aver ingerito un pezzo di formaggio contaminato. Il tragico episodio, avvenuto 7 anni fa, ha lasciato il piccolo in stato vegetativo. L’azienda dovrà risarcire la famiglia con un milione di euro.

Formaggio contaminato, bimbo finisce in coma

I fatti risalgono a giugno 2017, quando un bambino di 4 anni finisce in coma dopo aver mangiato un pezzo di formaggio contaminato dal batterio Escherichia coli.

Subito dopo l’insorgenza dei primi sintomi, il piccolo viene trasportato d’urgenza all’ospedale Valli del Noce di Cles. I medici diagnosticano immediatamente una sindrome emolitico-uremica, nota anche come malattia di Seu, una grave complicanza di un’infezione intestinale che causa insufficienza renale.

 Foto di repertorio 

Il bambino viene quindi trasferito all’ospedale Santa Chiara di Trento per ricevere le cure necessarie. Ma una volta arrivato, la dottoressa responsabile del caso si rifiuta di trattarlo, aggravando ulteriormente la situazione.

Risarcimento da un milione

Come riferisce L’Adige, dopo un lungo processo il giudice ha confermato anche in appello le condanne per lesioni gravissime a carico del caseificio di Coredo, in Val di Non, produttore del formaggio contaminato.

L’azienda dovrà quindi risarcire di 600 mila euro il bambino e 200 mila i due genitori, per un totale di un milione a titolo provvisionale. Il padre del piccolo, che ora ha 11 anni, ha fatto sapere che non smetterà mai di impegnarsi “affinché ciò che è accaduto a nostro figlio non si ripeta”.

Dottoressa rinviata a giudizio

Nel frattempo, nonostante il rischio di prescrizione, prosegue il procedimento contro la dottoressa dell’ospedale di Trento, incaricata di visitare il bambino dopo il trasferimento dall’ospedale di Cles.

Secondo l’accusa, nel giugno 2017, la dottoressa avrebbe rifiutato di fornire una valutazione sul piccolo, nonostante fosse stata designata da un collega. La professionista è stata rinviata a giudizio con le accuse di lesioni personali colpose gravissime in ambito medico e omissione di atti d’ufficio.

Fonte foto: iStock

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