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Bimbo con la tubercolosi a Martinengo, chiuso l'asilo nido: quali sono i sintomi e i rischi, come si cura

Un caso di tubercolosi è stato segnalato in un asilo nella Bergamasca: cos'è, i sintomi e i rischi della malattia polmonare

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Allarme tubercolosi in un asilo di Martinengo, in provincia di Bergamo. Un caso di Tb, infatti, è stato segnalato al reparto di Prevenzione e Sorveglianza delle Malattie Infettive dell’Ats.

Tubercolosi all’asilo, l’allarme

L’allerta per il caso di tubercolosi arriva da un asilo comunale di Martinengo, paese nella Bergamasca che è stato sconvolto dalla notizia. A essere affetto dal virus, secondo quanto trapela, potrebbe essere uno dei piccoli alunni dell’istituto, anche se sul paziente vige il massimo riserbo.

L’Ats, venuta a sapere del caso, ha informato i responsabili della struttura, i genitori e il sindaco Mario Seghezzi delle attività che si intendono mettere in campo per gestire la situazione. Nelle giornata di venerdì 24 marzo saranno eseguiti i test cutanei (Mantoux) per individuare un’eventuale infezione.

L’azienda sanitaria ha specificato che la sorveglianza sanitaria dei contatti durerà 12 settimane, mentre pediatri e medici di famiglia del territorio saranno informati “affinché possano individuare e interpretare tempestivamente eventuali sintomi riconducibili alla malattia”.

Cos’è la tubercolosi

Quando si parla di tubercolosi si fa riferimento a una malattia infettiva e contagiosa, causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, chiamato comunemente Bacillo di Koch. Come si legge sul sito dell’Iss, nella maggior parte dei casi è una malattia che interessa i polmoni, ma possono essere coinvolte altre parti del corpo. Se non trattata la Tb può anche portare al decesso.

Il virus è presente in tutte le parti del mondo, ma la maggior parte dei casi si verifica soprattutto nel Sud Est Asiatico (in particolare India e Cina), nel Pacifico Occidentale (62% dei nuovi casi) e in Africa (25% dei nuovi casi). L’Italia è un Paese a bassa incidenza di Tb dove vengono notificati ogni anno circa 4000 nuovi casi.

Tubercolosi: sintomi, rischi e cure

La Tb si trasmette per via aerea, attraverso le secrezioni respiratorie emesse nell’aria da un individuo contagioso, per esempio tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Tra i sintomi principali della tubercolosi polmonare ci sono:

  • tosse, che dura più di 3 settimane;
  • dolore toracico;
  • febbre;
  • stanchezza e debolezza;
  • perdita di peso.

Se la Tb è extrapolmonare, i sintomi dipendono invece dalla sede coinvolta.

Come detto, tra i rischi principali- se non trattata correttamente- c’è la morte. La malattia può essere trasmessa nei seguenti casi:

  • il malato deve essere affetto da Tb polmonare attiva (“aperta”, “bacillifera”);
  • la carica batterica deve essere molto elevata;
  • il malato non deve essere in terapia;
  • il ricambio d’aria ambientale deve essere scarso o assente.

La Tb è comunque una malattia curabile e tra il 2000 e il 2017 si stima che diagnosi e trattamento abbiano permesso di salvare circa 54 milioni di vite. Il trattamento farmacologico si basa sull’uso di diversi antibiotici per un periodo di tempo piuttosto lungo. Un trattamento regolare e completo è importante per evitare l’insorgenza di ceppi resistenti a farmaci.

Il paziente affetto da tubercolosi deve quindi seguire alla lettera le istruzioni date dal medico riguardanti l’assunzione dei farmaci e la tempistica.

Fonte foto: iStock

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