Morto 17enne colpito da meningite batterica, profilassi per 265 persone: i genitori doneranno gli organi
17enne colpito da meningite batterica da meningococco di tipo B è morto all'ospedale di Bassano, dove era ricoverato: i genitori doneranno gli organi
Il 17enne colpito da una meningite batterica da meningococco di tipo B, originario di Tezze sul Brenta, è morto all’ospedale di San Bassiano a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Era ricoverato dallo scorso weekend, il decesso è stato dichiarato dai medici nel pomeriggio di martedì 28 febbraio. I genitori hanno reso noto di aver già avviato la procedura per l’espianto e la donazione degli organi del figlio.
- La morte cerebrale
- 265 persone sottoposte a profilassi per meningite
- I genitori doneranno gli organi
- La visita dei compagni di squadra in ospedale prima del decesso
La morte cerebrale
Come riportato da ‘Il Gazzettino’, nella mattinata di martedì 28 febbraio, poco prima di mezzogiorno, era stata attivata la procedura di osservazione del 17enne per dichiarare la sua morte cerebrale. Il periodo di osservazione del paziente previsto dalla legge in questi casi è di 6 ore.
I medici dell’ospedale di San Bassiano hanno fatto il possibile per salvare la vita del ragazzo, ma le speranze di guarigione sono apparse fin da subito appese a un filo.
L’ospedale di Bassano del Grappa, dove dalla notte di domenica 26 febbraio è ricoverato in Rianimazione il 17enne colpito da meningite batterica da meningococco di tipo B.
265 persone sottoposte a profilassi per meningite
La Ulss 7 Pedemontana ha attivato immediatamente il tracciamento di tutti i contatti avuti dal 17enne negli ultimi 10 giorni, tra i quali i suoi compagni della squadra di basket con cui si era allenato a Riese Pio X, gli amici e i parenti. Sono 265, in totale le persone sottoposte a profilassi.
I genitori doneranno gli organi
I genitori del 17enne, secondo quanto riferito all’Ansa dall’ospedale, hanno già avviato la procedura per l’espianto degli organi e sono in contatto con il centro trapianti.
La visita dei compagni di squadra in ospedale prima del decesso
Nel pomeriggio di domenica, alcuni compagni di squadra del 17enne, assieme all’allenatore, erano andati in ospedale per mostrare la loro vicinanza al 17enne ricoverato in prognosi riservata. “Grazie, lui sente che siete qui“, aveva detto tra i singhiozzi la mamma del ragazzo, abbracciandoli uno a uno, stando a quanto riferito da ‘Il Gazzettino’.
Queste le parole del viceallenatore e dirigente Massimo Sonda: “Siamo sconvolti. Venerdì si è allenato con noi, adesso è ricoverato in Rianimazione. È un ragazzo super, dentro e fuori dal campo. Ha tempra, ha carattere. Se avessi un figlio vorrei che fosse proprio come lui. Preghiamo che ce la faccia. Starei qui a vegliarlo un anno intero se servisse. Mi viene da piangere. Siamo distrutti, ma non smettiamo di sperare“.
Lo stesso Massimo Sonda ha poi aggiunto: “Lui stava bene. Era in forma”.
All’esterno del nosocomio bassanese, la mattina di martedì 28 febbraio mattina era anche comparso uno striscione con la scritta “Forza Tommy”, su cui era stato disegnato un cuore.