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Becchetti e la storia di Agon Channel: il pignoramento potrebbe bloccare l'accordo Italia-Albania sui migranti

Francesco Becchetti ha notificato un atto di pignoramento nei confronti del Governo italiano per la vicenda della chiusura di Agon Channel

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

L’ex proprietario dell’emittente Agon Channel, Francesco Becchetti, vince una causa da 135 milioni di euro con l’Albania e va a battere cassa a Roma. L’imprenditore ha ottenuto il riconoscimento dei danni per la vicenda della chiusura della piattaforma Tv italo-albanese e, non avendo ricevuto il risarcimento da Tirana, ha deciso di inviare un atto di pignoramento nei confronti della presidenza del Consiglio italiana e di tutti i ministeri, che potrebbe fare saltare l’accordo sui migranti tra Italia e Albania.

La vicenda

Come ricostruisce ‘Il Fatto Quotidiano’, Becchetti ha vinto definitivamente la causa contro il Governo albanese lo scorso 8 aprile, data in cui l’Icsid di Washington, il Centro internazionale per il regolamento delle controversie sugli investimenti, ha respinto le richieste da parte di Tirana di revisione del lodo arbitrale che stabilisce per l’ex editore e altre persone un risarcimento danni da 135 milioni di euro.

La battaglia legale fa riferimento alla chiusura nel 2015 dell’emittente Agon, dopo un’inchiesta di riciclaggio nei confronti di Becchetti, per il quale fu chiesta l’estradizione, il congelamento dei beni e venne emesso un mandato di arresto internazionale. Per il proprietario e l’amministratore del canale Tv, Mauro De Renzis, le accuse riguardavano i reati di evasione fiscale, falsificazione di documenti, appropriazione indebita e riciclaggio.

L’ex editore dell’emittente Tv Agon Channel, Francesco Becchetti

L’imprenditore fu fermato a Londra nell’ottobre del 2015, ma nel luglio del 2016 la Corte penale di Westminster rigettò il mandato di estradizione, definendo le prove albanesi “totalmente fuorvianti”.

Le sentenze

Secondo dal tribunale londinese il governo Albanese abusò del procedimento giudiziario e nel 2019 l’ICSID, tribunale arbitrale che fa parte della Banca mondiale, stabilì che le imputazioni e il conseguente arresto di Becchetti furono il frutto di una campagna politica contro Agon Channel, per le critiche dell’emittente contro il Governo di Edi Rama.

Come riporta ‘La Stampa’, l’ICSID ritenne dunque l’Albania responsabile dell’espropriazione illegittima di Agonset in violazione dell’accordo bilaterale sugli investimenti tra Italia e Albania, condannando Tirana a risarcire Becchetti e altri soggetti con oltre 120 milioni in danni, costi e interessi maturati.

L’atto di pignoramento contro l’Italia

“Il lodo è definitivo, vincolante, esecutivo e ha la stessa efficacia di una sentenza definitiva resa all’interno dello Stato” dichiara oggi Becchetti che tramite i suoi avvocati “ha provveduto a notificare atto di pignoramento nei confronti della presidenza del Consiglio e nei confronti di tutti i ministeri del governo italiano affinché vengano pignorate tutte le somme che il Governo italiano si è impegnato a versare al governo albanese sulla base del protocollo del 6 novembre”.

Secondo i legali, infatti, la definizione del Protocollo tra Italia e Albania per la creazione di due centri di rimpatrio per migranti “è idonea a ledere gravemente gli interessi di Francesco Becchetti”, motivo per cui lo scorso 8 novembre l’imprenditore ha diffidato la presidenza del consiglio dei ministri “ad adottare qualsiasi atto o misura volta a trasferire il denaro o altre risorse economiche alla Repubblica di Albania e contestualmente ha formulato istanza formale di accesso agli atti”, fino ad arrivare alla notifica del pignoramento dell’importo dovuto.

Per Francesco Becchetti “stupisce come il governo italiano non abbia ancora adottato nei miei confronti, in qualità di cittadino italiano vittima di gravi violazioni dei diritti umani, la dovuta protezione diplomatica come previsto dalla Convenzione Icsid.”

Fonte foto: ANSA

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