Quanto costeranno all'Italia i centri per i migranti in Albania: le cifre, cosa prevede l'accordo Meloni-Rama
Quanto dovrà pagare l'Italia all'Albania per la realizzazione dei due centri per i migranti previsti dall'accordo firmato tra Edi Rama e Giorgia Meloni
Attorno al protocollo d’intesa sui migranti firmato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama cominciano a moltiplicarsi dubbi e obiezioni da parte delle opposizioni dei due Paesi e dagli esperti di diritto internazionale. Se il ministro per i rapporti per il Parlamento, Luca Ciriani, ha da subito assicurato che per applicare il memorandum non ci sarà bisogno del voto delle Camere, dal Pd la deputata Debora Serracchiani ha fatto notare che il voto sarà invece necessario, non fosse altro che si tratta di un intervento di natura finanziaria. E i costi per la realizzazione e la gestione dei due centri per il rimpatrio in Albania ci saranno.
L’accordo
Il protocollo d’intesa stabilisce la possibilità per l’Italia di utilizzare il porto di Shengjin e l’area di Gjader, in Albania, per realizzare, a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, due centri per la gestione dell’ingresso, l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo e di eventuale rimpatrio dei migranti salvati in mare da navi italiane, ad eccezione delle persone soccorse dalle Ong.
L’accordo su migrati firmato da Meloni e Rama prevede che le strutture non possano ospitare più di 3mila migranti in contemporanea, fatti salvo donne, bambini e persone con fragilità, per un totale a regime di 36mila ospiti, secondo le stime della premier.
Il vertice a Palazzo Chigi tra i premier di Albania e Italia, Edi Rama e Giorgia Meloni, per la firma dell’accordo sui migranti
I costi
Il protocollo d’intesa contenuto in un documento di nove pagine per un totale di 14 articoli, resterà in vigore per cinque anni e potrà essere rinnovato per altri cinque. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore dell’accordo l’Italia dovrà versare all’Albania una prima tranche di 16 milioni e mezzo di euro a titolo di anticipo per il primo anno, che secondo quanto riportato da ‘Repubblica’ diventerebbero dunque oltre 82 milioni per tutto la durata del memorandum.
Il Governo Meloni dovrà finanziare la costruzione dei due centri per i migranti oltre ad allestire una o più strutture d’ingresso in territorio albanese e le strutture sanitarie per la prima accoglienza.
L’Italia pagherà inoltre la costruzione delle strutture dedicate al personale albanese addetto alla sicurezza esterna dei due centri, oltre a coprire l’impiego di di mezzi e personale locale per il trasferimento dei migranti o per riportare nei centri quegli ospiti che fuggono in Albania.
Dopo il primo anno, l’Italia dovrà rimborsare il Governo albanese con cadenza semestrale le spese: dai costi per le forze armate e di polizia impiegate nella sicurezza esterna dei centri, alle spese di assistenza ospedaliera (farmaci, vaccini, attrezzature mediche), ma anche i soldi per mezzi, carburante e spese legali.
La prima lista verrà consegnata entro il 15 marzo, la seconda entro il 15 settembre, i rimborsi saranno versati su un apposito conto corrente senza scopro di lucro presso la Tesoreria di Stato albanese.
Le indiscrezioni
Dalle indiscrezioni rilanciate dalla stampa albanese, a partire dal sito ‘Gogo.al’, che per primo ha diffuso in esclusiva il testo dell’accordo, “oltre 100 milioni di euro” dovrebbero essere inoltre corrisposti dall’Italia “su un conto bancario di secondo livello” e congelati “a titolo di garanzia”.
Il portale albanese avrebbe inoltre sostenuto che il Governo italiano sarebbe pronto a versare “milioni di euro di cui beneficeranno circa 500 mila albanesi in Italia, per le loro pensioni”.
Una ricostruzione che il premier Edi Rama ha smentito al ‘Corriere della Sera’: “Non si può vedere il business in ogni cosa. Altri Paesi mi hanno offerto soldi per portare i migranti da noi, ma io ho detto no a tutti. Se ho accettato la proposta di Giorgia Meloni è anche perché l’Italia, quando gli albanesi arrivavano da voi a valanga, ci accolse senza nessuna contropartita”.